di Redazione - Sempre più spesso e, bisogna aggiungere, a ragion veduta, i titolari di negozi tradizionali si lamentano dei mille lacci e lacciuoli con cui il legislatore mette i bastoni tra le ruote a questo tipo di iniziativa privata.
Oltre alla tassazione decisamente elevata i negozianti si ritrovano spesso ad avere a che fare con problemi burocratici legati alla messa a norma dei locali, ai difficili rapporti con le ASL, alle difficoltà legate all'assunzione di personale, alle stangate sempre in agguato rappresentate da tasse sui rifiuti, bollette energetiche, oneri fiscali e tributari, etc....
Di fronte a questo tipo di situazione sempre più imprenditori optano per la più flessibile e meno onerosa soluzione dell'e-commerce.
I siti di e-commerce
Il termine "e-commerce" comprende le operazioni relative ad attività commerciali e transazioni effettuate per via elettronica: Si parla quindi non solo della vendita di beni o servizi ma anche della pubblicazione di contenuti on line o della distribuzione per via telematica di software, di transazioni bancarie o monetarie in genere, appalti pubblici e altri tipi di interrelazioni con la PA.
Tali beni e servizi vengono veicolati attraverso la piattaforma di e-commerce a cui il cliente può accedere e attraverso la quale può effettuare ordini, nella maggior parte dei casi senza nemmeno l'ausilio di interazione con un altro operatore. A seconda del tipo di clientela i siti e-commerce vengono suddivisi in:
B2B (Business to Business) se il cliente è una persona giuridica
B2C (Business to Consumer) se il cliente è una persona fisica
Come aprirlo e i vantaggi
I vantaggi dell'e-commerce sono notevoli a cominciare dalla flessibilità in entrata e in uscita dal business; la Direttiva 2000/31/CE stabilisce infatti che si possa avviare un e-commerce senza autorizzazioni preventive (fermi restando i requisiti professionali per lo svolgimento di specifiche attività). con buona pace dei negozianti titolari di negozi fisici che spesso devono attendere mesi per avere la proverbiale 'pila di scartoffie' necessaria per avviare la loro attività.
In quest'ultimo caso si renderà quindi necessaria la costituzione di una vera e propria società con tanto di atti (e spese) notarili. La parte delle spese può essere decurata nel caso di società a responsabilità limitata semplificata (esente da spese notarili) mentre in altri casi si dovrà mettere in conto circa un migliaio di euro.
Fatto questo saranno necessari due passi comuni con qualsiasi altro tipo di attività; iscrizione alla Camera di Commercio (tramite ComUnica) e presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune nel quale si intende avviare l'attività.
E' necessario poi comunicare all'Agenzia delle Entrate: l'indirizzo del sito Web attraverso il quale si vuole avviare l'attività di e-commerce; i dati identificativi dell'Internet Service Provider; l'email, il numero di telefono e il fax.
Per vendere a operatori economici di altro Paese UE è necessaria anche l'iscrizione nella banca dati VIES (Vat Information Exchange System).
I costi
Per quanto riguarda i costi sarà anche opportuno aggiungere i costi relativi al sito web. Se si desidera avviare un e-commerce in grande stile si dovranno mettere in conto l'acquisto di hardware, software, sistemi di backup e la collaborazione di grafici web, oltre a tutto quanto concerne i costi di hosting e la creazione di firewall per scoraggiare i malintenzionati.
Se invece si desidera partire con soluzioni low cost il mercato presenta oggi un ventaglio estremamente ampio di alterrnative economiche a misura di start-up in modo da non doversi bruciare il capitale iniziale tutto in una volta per poi iniziare l'attività con l'acqua alla gola.
I limiti
Una volta che la vostra piattaforma di e-commerce sarà on line il solo limite sarà la vostra fantasia e la vostra creatività imprenditoriale. Il vasto e variegato mondo dell'e-commerce si è declinato in una serie pressochè infinita di sfumature tali che sarebbe quasi più facile elencare cosa non si trova oggi in vendita online. Un caso particolarmente degno di nota è stato il sito mr.alibi che si è specializzato nel fornire appunto alibi (per lui e per lei) che vanno dalla rimpatriata di vecchie compagne di ginnasio, alla convenction aziendale all'estero, con tanto di location con sito web dedicato, telefonata di conferma al consorte e materiale di follow up ricevuto, il tutto fatto per sviare mariti-mogli e affini dalla reale attività svolta durante il periodo di alibi acquistato. Assicuratevi sempre però che il materiale trattato nel vostro ecommerce sia al 100% legale. Potrebbe sembrare una cosa banale ma soprattutto nel caso di commercio internazionale si incappa spesso nella differenza legislativa tra i diversi paesi, quello che infatti è perfettamente legale in Italia potrebbe non esserlo in altri paesi e viceversa. Pensate ad esempio alla facilità con cui negli Stati Uniti si può acquistare un'arma da fuoco, magari al Wall Mart più vicino, o a come sia semplice in Olanda procurarsi della cannabis per uso personale. In entrambi i casi parliamo di merce che se commercializzata all'interno dei nostri confini farebbe incorrere il venditore in non pochi problemi.La fatturazione
Ultima nota merita il discorso della fatturazione: Il cliente che accede al sito infatti, dopo aver preso visione dei prodotti può decidere di effettuare un acquisto compilando l'ordine ed eseguendo il pagamento tramite uno dei molti metodi di pagamento on line. L'impresa invia la merce ed emette fattura, ma le vendite ai consumatori finali sono esonerate dall'obbligo di emissione salvo esplicita richiesta da parte del cliente, così come da scontrino e ricevuta fiscale. Il venditore dovrà in ogni caso però annotare i corrispettivi giornalieri delle vendite, IVA compresa, nel registro dei corrispettivi.Per ulteriori delucidazioni vi invitiamo a consultare la Direttiva 2003/31/CE recepita in Italia con Decreto Legislativo n. 70 del 9 aprile 2013 a cui si rimanda per ogni utile approfondimento. • Foto: 123rf.com