di Gabriella Lax - Multe da 25 a 500 euro a chi offre danaro ai questuanti. A dire "no" all'elemosina sulle strade bolognesi ci pensa il capogruppo di Insieme per Bologna Manes Bernardini, riprendendo la discussa proposta apripista, dello scorso anno, del sindaco di Verona Flavio Tosi (vicinissimo politicamente al collega).
Un divieto che possa frenare le schiere di elemosinanti pronti ad invadere spazi vicino ai semafori, agli incroci o davanti ai supermercati e che, soprattutto, possa arginare il racket che spesso utilizza i mendicanti per lucrare e guadagnare cifre enormi. L'ex candidato sindaco di Bologna, affiancato dall'altro consigliere comunale Giulio Venturi, pensa di finanziare coi proventi delle multe i fondi di solidarietà per i più bisognosi.
Da qui la proposta (che si richiama al divieto di accattonaggio nel regolamento di polizia urbana) che ha l'intenzione di punire non solo chi fa la questua ma anche chi l'elemosina la dà con sanzioni che vanno da 25 a 500 euro, ridotte a 50 euro se pagate entro 60 giorni dalla contestazione. Una guerra a tutto tondo quella intentata dal gruppo civico che chiede maggiori controlli e la presenza di assistenti sociali anche sui parchi cittadini, divenuti in molti casi veri e propri bivacchi. A tal proposito si è pensato persino di inserire divisori sulle panchine, per evitare che si trasformino in giacigli per la notte.
Tornando alla proposta, messa nera su bianco, verrà discussa molto probabilmente subito dopo la pausa estiva. Bernardini è convinto che a Bologna funzionerà, così come, pur nata tra le polemiche "si è rivelata efficace" a Verona.
Come la città delle due torri, altre amministrazioni, dunque, potrebbero prendere il modello ad esempio.
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