di Marina Crisafi - Non si può vietare l'accesso ai cani nei giardini pubblici. Lo ha stabilito il giudice di pace di Lodi in una recente sentenza (procedimento civile n. 1083 R.G.2016) accogliendo il ricorso della Lav avverso la sanzione amministrativa comminata per aver violato "l'articolo 65 del Regolamento comunale di Polizia Urbana e aver introdotto un cane nel parco pubblico dei Giardini Barbarossa".
L'associazione era stata multata in occasione di una manifestazione, indetta unitamente agli Amici Animali Onlus proprio contro il divieto di accesso ai cani nelle aree pubbliche e tra i multati, come riporta il Sole24Ore, c'era anche l'onorevole Michela Brambilla.
Dopo una lunga battaglia legale, il giudice onorario ha ritenuto illegittima la sanzione richiamando a conforto la giurisprudenza amministrativa che "si riporta a un indirizzo costante e consolidato il quale nega cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico ai provvedimenti che limitano la libertà di circolazione ai conduttori di cani".
Plauso dalla Lav, per la sentenza "importantissima" le cui implicazioni si estenderanno a tutto il territorio nazionale, dato che il caso di Lodi non è isolato, ma in molte città le amministrazioni vietano l'accesso agli amici a quattro zampe nelle aree verdi.
Di fatto, il Gdp ha riconosciuto un principio ormai consolidato per la giurisprudenza amministrativa (tra cui, da ultimo, la sentenza del Tar Lazio n. 5836/2016, leggi in merito: "Tar, sì ai cani nei parchi"), secondo la quale, l'igiene, la sanità e l'incolumità pubblica possono essere rispettate applicando i divieti e le sanzioni della legislazione vigente (come l'obbligo del guinzaglio e la raccolta delle deiezioni) senza "ulteriore necessità di limitare a priori le libertà di movimento dei detentori degli animali d'affezione".
Il principio affermato è chiaro, dichiara la responsabile area animali della Lav, Ilaria Innocenti, al Sole24Ore, "no ai divieti generalizzati, si a libertà di movimento di persone con i cani, e sanzioni verso chi non rispetta le regole". Per questo, l'associazione prosegue nella sua battaglia chiedendo ai sindaci italiani di rimuovere i divieti e di introdurre apposite norme nei regolamenti che prevedano la possibilità per gli animali di accedere a tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico, nonché ai pubblici esercizi e ai mezzi di trasporto.
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