Il marito che rifiuta di fare sesso per anni con la moglie per la Corte diCassazione e' colpevole due volte: non solo del crac matrimoniale ma anche per avere leso la 'dignita'' della consorte in quanto 'donna' e come 'moglie'. La Suprema Corte, richiamando i coniugi ai loro doveri coniugali, prende spunto dal caso analizzato per stabilire che i mariti che rifiutano di fare l'amore con la moglie, in caso di separazione, si devono fare carico anche dei danni morali arrecati alle consorti con il loro 'rifiuto'. Per essersi rifiutato 'per ben sette anni di intrattenere normali rapporti affettivi e sessuali con la moglie', Francesco G., un uomo di Trapani, si e' visto rendere definitivo l'addebito della separazione dalla moglie Piera N. Non solo, per la Prima sezione civile (sentenza 6276/05), l'uomo, avendo negato l'amore, ha arrecato 'gravissima offesa alla dignita' e alla personalita' del partner', causando una 'situazione che oggettivamente provoca senso di frustrazione e disagio, spesso causa di irreversibili danni dell'equilibrio psicofisico'. Invano il marito, cui gia' il Tribunale di Trapani (nel maggio 2000) e la Corte d'appello di Palermo (nel novembre 2001) avevano attribuito la colpa della separazione, si e' difeso in Cassazione, sostenendo di avere interrotto i rapporti con la moglie perche' 'aveva preso le difese del fratello quando questi lo aveva ingiustamente accusato di essersi appropriato di somme appartenenti alla cooperativa edilizia da cui era stato realizzato l'appartamento coniugale e della quale era diventato presidente'.
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