di Valeria Zeppilli - Ogni genitore, dopo il divorzio, deve fare di tutto per far sì che i figli mantengano con l'altro un buon rapporto e ne conservino un'immagine positiva.
Questo non solo per garantire la crescita equilibrata dei piccoli, ma anche perché in caso contrario è possibile che il giudice lo condanni al risarcimento del danno ex articolo 709-ter c.p.c. in favore dell'altro coniuge, alienato.
Un caso concreto è stato preso in esame dai giudici del Tribunale di Roma che, con la sentenza numero 18799/2016 dell'11 ottobre scorso (qui sotto allegata), hanno condannato una donna a risarcire l'ex marito di ben 30mila euro proprio per non aver garantito il recupero del rapporto di questi con il figlio, avendo anzi screditato continuamente l'uomo agli occhi del minore.
Per il giudice la mamma avrebbe dovuto agire in maniera tale da consentire al figlio di recuperare in maniera giusta il ruolo paterno: la tutela della bigenitorialità, infatti, impone di superare tutte le mutilazioni affettive dei minori. Invece la donna non aveva fatto altro che sfuggire agli incontri programmati e ostacolare il funzionamento dell'affido condiviso con atteggiamenti denigratori della figura paterna.
La somma alla quale la madre è stata condannata, elevata anche in ragione della sua condizione economica, ha anche una funzione di monito: espresso è l'intento del Tribunale di garantire tramite essa, sotto forma di dissuasione indiretta, la cessazione del protrarsi dell'inadempimento degli obblighi familiari dato che questi "attesa la loro natura personale, non sono di per sé coercibili né suscettibili di esecuzione diretta".
Si ringrazia il Dott. Marco Pingitore per la cortese segnalazione.
Tribunale di Roma testo sentenza numero 18799/2016