di Marina Crisafi - Potrebbe arrivare a breve anche in Italia il reato di "revenge porn", che punisce chi pubblica foto e video hard su internet e in particolare sui social, con la reclusione fino a 3 anni, aumentata della metà se a commettere il fatto sono gli "ex". È quanto prevede la proposta di legge presentata alla Camera (prima firmataria la forzista Sandra Savino) e subito assegnata alla commissione giustizia, mirante all'introduzione nel codice penale del nuovo art. 612-ter c.p. "concernente il reato di diffusione di immagini e video sessualmente espliciti".
La revenge porn, tradotto letteralmente come "porno-vendetta" indica i filmati sessualmente espliciti diffusi sul web, con scopi quasi sempre di ritorsione, a danno molto spesso di ex fidanzati o mariti (leggi: "Porno-vendetta negli altri paesi è reato autonomo, e in Italia chi paga").
"Spesso accade che la diffusione di un certo tipo di immagini o video pornografici segua la fine di una relazione sentimentale - rileva la deputata azzurra - e venga utilizzata come strumento di vendetta nei confronti delle vittime". Si tratta - prosegue la Savino - "di episodi gravissimi, che hanno ripercussioni a livello psicologico inimmaginabili, spingendo in alcuni casi le vittime fino a gesti estremi".
Stante l'assenza di una normativa adeguata in materia (a differenza che in altri paesi europei ed oltreoceano), la pdl mira proprio a contrastare episodi che si ripetono, ormai, con sempre maggiore frequenza e che, oltre ad offendere la dignità della persona, possono comportare conseguenze irreparabili: basta pensare, tra gli altri al recente caso di Tiziana Cantone, la ragazza che si è suicidata per la diffusione di video hard che la riguardavano in rete (leggi: "Diritto all'oblio: quando la rete uccide").
I contenuti della pdl
Il testo della pdl (qui sotto allegato) consta di un unico articolo che aggiunge un nuovo articolo al codice penale, il 612-ter, relativo al reato di "diffusione di immagini e video sessualmente espliciti".
In base alla nuova norma, è punito con la reclusione "da uno a tre anni chiunque pubblica nella rete internet, senza l'espresso consenso delle persone interessate, immagini o video privati, comunque acquisiti o detenuti, realizzati in circostanze intime e contenenti immagini sessualmente esplicite, con conseguente diffusione di dati sensibili, con l'intento di causare un danno morale alla persona interessata".
La pena, inoltre, viene aumentata della metà (quindi fino a 4 anni e mezzo) quando il fatto è commesso "dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa".
Disegno di legge revenge porn• Foto: 123rf.com