di Gabriella Lax - Non solo botte e percosse, la violenza sulle donne si consuma anche sul piano economico.
Un'insidia ancora più pericolosa poiché più sottile da definire, da far emergere e più complessa da condannare. Relativamente basse le percentuali poiché quasi il 2% delle donne tra i 16 e i 70 anni in Italia dichiarano di averla subita, ma si tratta di un tipo di violenza (non sola nel suo genere) capace di far sentire senza via di scampo la vittima.
Le forme di controllo sulla donna che passano attraverso la gestione del denaro sono molteplici: sfruttamento dei guadagni della donna da parte del compagno disoccupato, impedimento di conoscere il reddito familiare, di avere una carta di credito o un bancomat, di usare il proprio denaro oppure costante controllo su quanto e come si spende. Il guaio è che forme di violenza economica spesso vengono scambiate per abitudini della tradizione, sono più difficili da denunciare e da dimostrare sul piano giuridico. Si pensi a comportamenti come la gestione delle finanze della famiglia da parte del marito che spesso tiene all'oscuro la moglie sui risparmi e gli investimenti. In questa direzione stanno lavorando le case delle donne maltrattate e i centri antiviolenza per accrescere la consapevolezza nelle donne e aiutarle a individuare le condizioni che impediscono loro di uscire da situazioni pericolose.
Si è discusso anche di questo oggi nelle varie iniziative poste in essere in occasione della Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La giornata è stata istituita dall'Onu nel 1999 per ricordare il brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, torturate e massacrate nel 1960 perché considerate rivoluzionarie, nella Repubblica dominicana del dittatore Trujillo.
Sono previste duemila iniziative in quasi 700 Comuni.
Quanto ai dati, secondo l'Istat nel 2015 il 35% delle donne nel mondo ha subito violenza, nello stesso anno in Italia la stessa sorte è toccata a quasi sette milioni di donne. E dall'inizio dell'anno sono state 116 le donne uccise da chi diceva di amarle, da mariti, fidanzati, compagni o altri familiari, dunque una ogni tre giorni.
Nella giornata contro la violenza perpetrata nei confronti delle donne una mano arriva anche dal Governo che ha inserito nella legge di bilancio 5 milioni annui nel triennio 2017-2019 che andranno ad incrementare il Fondo già stanziato. «Voltiamo pagina e diciamo basta ad una vera e propria strage che dall'inizio dell'anno ha già il triste record di 88 donne uccise, pari al 75,9% del totale, all'interno dell'ambito familiare - ha affermato in merito Dorina Bianchi, sottosegretario al Mibact - Vanno incentivati progetti e politiche di prevenzione ma è molto importante anche sostenere un cambio culturale e intervenire sulle giovani generazioni per fare crescere uomini e donne che abbiano un rapporto diverso e mai più violento».
Inoltre, in commissione Bilancio alla Camera è stato approvato un emendamento che chiede che tra i criteri per l'indennizzo in favore dei figli di vittime di reati intenzionali violenti si guardi, in particolare, agli orfani di femminicidi e in ogni caso quando si sia in presenza di omicidio commesso dal coniuge o dal compagno della vittima.
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