di Marina Crisafi - La disciplina "sui criteri di redazione e sui limiti dimensionali degli atti processuali di parte nel processo amministrativo, contenuta nello schema di decreto attuativo dell'art. 13-ter dell'allegato al Codice del processo amministrativo, non trova riscontro nelle altre giurisdizioni, ordinaria, tributaria e contabile, nell'ambito delle quali la tematica della ragionevole durata del processo e della sinteticità degli scritti è affrontata con strumenti consensuali e con maggior rispetto e considerazione della libertà e dell'autonomia dell'avvocatura'. È quanto lamenta l'Unione Nazionale Avvocati Amministrativisti in una lettera inviata in questi giorni al presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, formulando le osservazioni richieste in merito allo schema.
In particolare, scrive il presidente dell'unione, Umberto Fantigrossi, sebbene i tempi ristretti hanno "impedito la consultazione delle 23 Camere amministrative distrettuali e regionali che compongono la base associativa di Una" è bastato un rapido esame del testo per constatare "con profondo disagio che nessuna delle richieste e delle osservazioni formulate in occasione della preparazione del precedente decreto n. 40, hanno trovato accoglimento".
L'Unione aveva già fortemente criticato la disciplina in occasione dell'ultimo congresso nazionale e a quanto pare, sottolinea Fantigrossi, "si è ulteriormente percorsa la via di una ancor più puntigliosa disciplina degli scritti difensivi, che va ben al di là di quanto obiettivamente e strettamente necessario al fine di non arrecare effettivo impedimento all'attività di lettura e comprensione del testo da parte del magistrato'.
Nonostante tutto, conclude, l'Una non verrà meno "ad un approccio collaborativo e costruttivo'. Da qui l'invio di alcune "proposte emendative' che gli amministrativi si augurano 'verranno adeguatamente considerate', riservandosi comunque la valutazione di presentare ricorso e ogni ulteriore forma di contrasto alla norma e al decreto.
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