La professione forense
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Diventare avvocato è un sogno che molti condividono. La professione forense è da sempre stata, nell'immaginario collettivo, sinonimo di prestigio ed i più hanno sempre ritenuto che l'avvocato fosse custode di una cultura sconfinata, un fine oratore che conquista un'intera aula con un'arringa pregevole. Tuttavia oggi chi vuole intraprendere questo percorso è ben consapevole delle difficoltà che sorgono, non solo ostacoli di carattere prettamente tecnico (esame di abilitazione in primis) ma anche tutti quei piccoli disagi che scoraggiano molti giovani ad intraprendere la professione e che rappresentano delle difficoltà considerevoli anche per i professionisti affermati. Contributi previdenziali molto alti, tasse da pagare, spese per i locali, il tutto unito agli obblighi di formazione continua e oneri annessi. Tuttavia in questa sede non si vuole scoraggiare nessuno, anzi! Sarà premura di questa guida illustrare, passo dopo passo, l'iter che conduce al coronamento di quello che per molti è un sogno: il titolo di avvocato.
Primo step: la laurea
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Ovviamente, inutile dirlo, l'aspirante avvocato deve dapprima conseguire la laurea in Giurisprudenza. Oggi il corso di laurea magistrale è di durata quinquennale e numerose facoltà stanno inserendo nel piano di studi degli insegnamenti mirati e rivolti soprattutto a quanti sono intenzionati ad intraprendere la professione di avvocato, magistrato o notaio. Per l'accesso all'esame di abilitazione non è richiesto un voto minimo ma una solida preparazione è comunque vivamente consigliata. Non si dimentichi che talune nozioni vengono apprese solo durante gli anni alla facoltà di Legge, nozioni che difficilmente poi potranno essere recuperate, ragion per cui è consigliato intraprendere il percorso di studi cum grano salis riversando sullo stesso profonda dedizione ed entusiasmo. Presso numerose facoltà di Giurisprudenza sono state istituite le Scuole di Specializzazione per le professioni legali, a numero chiuso (dunque l'ammissione è subordinata al previo superamento di una prova) che offrono una formazione di carattere teorico pratico e che sostituiscono un anno di praticantato.
Pratica forense
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Conseguita la Laurea il candidato deve recarsi presso il Consiglio dell'Ordine del proprio circondario e chiedere l'iscrizione al Registro dei praticanti. Ovviamente per inoltrare detta richiesta dovrà già aver preso contatti con un avvocato disposto ad ospitarlo ai fini della pratica forense
presso il proprio studio. Durante la pratica il candidato non solo dovrà frequentare con diligenza lo studio del Dominus ma dovrà presenziare al prescritto numero di udienze così da garantire l'acquisizione di determinate competenze. Determinati Consigli dell'Ordine impongono finanche la frequentazione di Scuole Forensi mirate a qualificare ulteriormente la formazione del candidato all'esame. Ogni praticante ha il suo libretto di pratica, presso il quale annota le udienze, le esperienze professionali a cui ha assistito e ne rende conto, ogni sei mesi, al Consiglio dell'Ordine. Completato il primo anno il praticante può richiedere l'abilitazione al patrocinio e dunque presenziare in udienza in sostituzione del suo dominus, nel penale nei procedimenti davanti al Giudice di Pace, in quelli per reati contravvenzionali ed in quelli che rientravano nella competenza del pretore, dunque, in linea generale, i reati puniti nel massimo edittale fino a 4 anni e quelli di cui all'art. 550 c.p.p.. Nel civile la legge fa riferimento ai procedimenti che si svolgono davanti al Giudice di Pace ed al Tribunale in composizione monocratica.Esame di Stato
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Ottenuto il certificato di compiuta pratica è giunto il momento di sostenere l'esame di abilitazione. L'esame ha carattere teorico pratico e consta di tre prove scritte, vertenti su una questione regolamentata dal codice civile (e per la quale il candidato dovrà redigere parere motivato) una questione regolamentata dal codice penale (anche qui parere motivato) e la redazione di un atto giudiziario che il candidato dovrà scegliere tra una materia di diritto privato, una di diritto penale e una di diritto amministrativo. I candidati che superino la prova scritta, conseguendo almeno un punteggio di 90 punti e non meno di 30 punti per almeno due prove, sono ammessi alla prova orale che consiste nella dissertazione su sei materie, di cui almeno una di diritto processuale, scelte dal candidato tra le seguenti: diritto costituzionale , diritto civile, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto penale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto processuale civile, diritto processuale penale, diritto internazionale privato, diritto ecclesiastico, diritto comunitario. L'esame di abilitazione è prossimo alla riforma, sia per quanto attiene alle modalità di svolgimento sia per quanto riguarda le discipline della prova orale. Non ci resta che attendere l'entrata in vigore per somministrare eventuali nuovi dettagli.
E-mail: daniele.paolanti@gmail.com Tel: 340.2900464
Vincitore del concorso di ammissione al Dottorato di Ricerca svolge attività di assistenza alla didattica.