Da Massa Carrara a Savona, passando per Roma, fioccano le ordinanze anti piccioni nei vari comuni

di Gabriella Lax - Multe dai 25 ai 500 euro per chi verrà scoperto a dar da mangiare ai piccioni. A dichiarare guerra ai volatili è il comune di Massa Carrara che ha deciso di punire con multe salate chiunque sarà beccato a nutrirli. Un provvedimento necessario in primis per prevenire malattie, perché i piccioni sono in cielo ciò che i topi sono sulla terra, ovvero portatori di parassiti e malattie di vario genere. Tuttavia il danno non riguarda soltanto la possibilità di trasmettere malattie infettive a uomini e animali domestici, ma si allarga anche al problema degli escrementi. Le deiezioni dei piccioni, così come le loro carcasse, creano danni e degradano le strutture urbane, sia ai monumenti che agli edifici pubblici e privati, per non dire dei marciapiedi, costringendo a continui interventi di recupero, manutenzione e pulizia, con relativi oneri a carico delle casse comunali. Ma gli interventi previsti dall'ordinanza non si limitano alle multe. C'è una parte del provvedimento indirizzata a proprietari o amministratori dei posti in cui gli avversati volatili stazionano o peggio ancora hanno fatto il nido. Ad essi spetterà rimuovere gli eventuali escrementi su terrazzi, soffitte e cornicioni, facendo seguire l'intervento da un'accurata pulizia e disinfestazione delle superfici interessate. Inoltre bisognerà installare dispositivi meccanici che impediscano ai piccioni di avvicinarsi per nidificare. 

Ma ordinanze simili non rappresentano un unicum nel paese. Lo stesso è successo, di recente, a Sassello, in provincia di Savona, con analoghe multe

da un minimo di 25 a un massimo di 500 euro per chi dà da mangiare ai i piccioni. Anche in questo caso «È vietato a chiunque somministrare cibo di ogni genere, compresi scarti alimentari, per alimentare i piccioni presenti allo stato libero in paese» ed i proprietari di edifici, inoltre, sono invitati, a loro cura e spese, a schermare con reti a maglie sottili ogni apertura dei fabbricati dove possano nidificare questi uccelli. Non solo. A Livorno c'è il regolamento Tutela animali del Comune che, all'ultimo comma dell'articolo 6, vieta di dare da mangiare ai piccioni: "È in ogni caso vietato a chiunque somministrare o abbandonare cibo ai colombi di città, ad eccezione degli allevatori di colombi domestici o viaggiatori". Per evitare, anche in questo caso, di far proliferare, dando le briciole ai volatili, sporcizia e il rischio di aumento delle presenze dei topi, attirati dalle carcasse. E persino nella capitale, un'ordinanza della scorsa primavera vieta non solo di dar da mangiare a colombi, ma addirittura ai gabbiani e agli animali domestici.


Foto: 123rf.com
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