di Redazione - "Altro che forma di pubblicità", la targa che l'amministratore deve affiggere all'esterno del condominio, "è un obbligo di trasparenza e informazione, imposto per legge". Ad affermarlo è l'Anammi, l'associazione nazional-europea degli amministratori di immobili, con una nota odierna, chiarendo le vere ragioni delle insegne con i nominativi dell'amministratore, a seguito delle numerose lamentele ricevute da parte degli oltre 13mila associati, sulle reazioni negative suscitate dall'apposizione delle insegne nei palazzi.
La targa che l'amministratore è obbligato ad affiggere in condominio - spiega l'associazione - ha un duplice scopo: da un lato, "rendere pubblico il nominativo ed i recapiti del professionista responsabile del condominio, dall'altro consentire ad enti locali e forze dell'ordine di contattare il professionista in caso di necessità".
Per cui, "non si tratta - affatto - di una forma pubblicitaria" chiarisce il presidente Giuseppe Bica, ma di uno strumento introdotto dalla riforma del condominio, che ha "imposto all'amministrazione l'affissione della targa, con tutti i suoi riferimenti e l'eventuale appartenenza ad un'associazione".
Oggi, infatti, prosegue Bica, finita l'epoca dell'amministratore improvvisato, la targa è diventata un segno di riconoscimento del ruolo professionale della categoria, affinchè, "sia chi abita in condominio, sia chi gestisce il territorio ha la possibilità di reperire l'amministratore che, a tutti gli effetti, è il legale rappresentante del condominio".
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