di Gabriella Lax - Per far quadrare i nostri conti pubblici come chiede l'Unione Europea per la correzione del deficit non serve basarsi su entrate derivanti da nuove tasse ma basterebbe ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione. Ad affermarlo è la Cgia (l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese) il cui ufficio studi ha stimato in «almeno 16 miliardi di euro all'anno le uscite che l'amministrazione pubblica italiana potrebbe risparmiare se funzionasse con maggiore oculatezza» andando ad incidere così sugli «sprechi presenti nella sanità, misure di contrasto alla povertà percepite, invece, da famiglie abbienti e quota di spesa pubblica indebita denunciata dalla Guardia di Finanza».
Basti pensare alle sprechi dovuti ai casi di assenteismo, sia di massa sia individuali che, nel pubblico impiego, toccano livelli inaccettabili e costano circa 4 miliardi l'anno. Per non parlare dei casi in cui si abusa dei permessi concessi dalla legge 104 per assistere i congiunti anziani o invalidi per fare altro. Come ha accertato la Guardia di finanza questi lavoratori sovente sono sorpresi a fare altro. Il numero medio di giorni di permesso all'anno fruiti nel settore pubblico è di quattro volte superiore a quelli del privato: si tratta di 6 giorni contro 1,5 che, per le casse pubbliche comporta un aggravio di costi pari a 1,6 miliardi di euro calcolando anche i permessi straordinari. E proprio la legge 104, necessaria per chi ha davvero bisogno di assistere un disabile grave, negli ultimi anni ha registrato costi altissimi che arrivano fino a 3 miliardi l'anno. Si calcola che con controlli più severi si potrebbero recuperare anche 6-700 milioni di euro l'anno. A spingere verso controlli più severi è la stessa Inps. Nel corso di un convegno di questi giorni alla Camera, Boeri infatti ha invitato a "stringere i controlli sui permessi" perché 3 miliardi l'anno sono costi davvero esorbitanti.
Da tenere in considerazione anche le malattie strategiche: quelle che servono ad attaccare un giorno all'altro e fare ponte lavorativo o solamente per allungare un week-end. Il fenomeno in questo caso riguarda paritariamente pubblico e privato, ma è davvero curioso accertare che il 28/29 per cento delle assenze per malattia si verifichino di lunedì. A ragione la Cgia parla di «una montagna di sprechi della nostra Pubblica amministrazione» che diventa maggiormente preoccupante «se si tiene conto dei dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale: se la nostra amministrazione pubblica avesse in tutta Italia la stessa qualità (scuola, trasporti, sanità o giustizia) che ha nei migliori territori del Paese, il nostro Pil aumenterebbe di 2 punti, ovvero di oltre 30 miliardi di euro all'anno».
Dunque nel riconoscere gli sforzi fatti dagli ultimi esecutivi sul fronte della spending review, la Cgia continua a ritenere che «sarebbe sbagliato recuperare una buona parte dello 0,2 per cento di taglio del deficit/Pil richiestoci da Bruxelles aumentando, ad esempio, le accise sui carburanti».
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