di Marina Crisafi - Giro di vite contro chi sporca edifici e mezzi di trasporto, sia pubblici che privati. Da oggi, chiunque si renda colpevole di imbrattamento oltre al carcere fino a 6 mesi e alla multa fino a mille euro, potrà scattare l'obbligo di ripulire ovvero di pagare le spese necessarie. A prevederlo è il decreto sicurezza, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale (qui sotto allegato) e in vigore da oggi, che introduce una serie di misure in materia di sicurezza urbana con notevole rafforzamento dei poteri dei sindaci e la previsione del c.d. "Daspo" cittadino (leggi: "Chi sporca la città pulisce e Daspo a chi non rispetta le regole: ecco il decreto").
Tra le tante novità, il decreto va a novellare anche l'art. 639 del codice penale, aggiungendo un quinto comma, in base al quale: "con la sentenza di condanna per i reati di cui al secondo e terzo comma il giudice, ai fini di cui all'articolo 165, primo comma, può disporre l'obbligo di ripristino e di ripulitura dei luoghi ovvero, qualora ciò non sia possibile, l'obbligo a sostenerne le relative spese o a rimborsare quelle a tal fine sostenute". Laddove il condannato non si opponga, la previsione può essere sostituita dalla "prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate nella sentenza di condanna".
Resta ferma la pena della reclusione da 3 mesi a un anno e della multa da mille a 3mila euro, se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico e l'aggravante, fino a due anni di reclusione e fino a 10mila euro di multa, nei casi di recidiva.
D.l. sicurezza
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