di Marina Crisafi - Niente notaio per il trasferimento di proprietà di una casa tra due ex coniugi ricorsi alla negoziazione assistita. Bastano gli avvocati. Lo ha deciso il tribunale di Pordenone, con una recentissima sentenza che, come riportato dall'Ansa, rappresenta la prima in Italia, dalla portata "epocale". Il tribunale ha accolto, infatti, il rcorso dei due legali dell'Aiaf (l'associazione avvocati famiglia e minori), Maria Antonia Pili e Graziella Cantiello, che chiedevano l'autorizzazione alla trascrizione nei registri immobiliari del passaggio di proprietà di una casa nell'ambito della pratica di negoziazione assistita tra due coniugi in fase di separazione.
Nella vicenda, la pratica per la cessione dell'immobile del marito a favore della moglie, nonostante l'accordo dei due ex, era rimasta ferma alla conservatoria dei registri immobiliari, dove si riteneva indispensabile l'autenticazione del notaio.
Da qui il ricorso e il tribunale ha dato ragione alla tesi dei due legali, invitando il conservatore a trascrivere il passaggio di proprietà senza coinvolgere un notaio.
Immediata la reazione del notariato che, attende di "conoscere le motivazioni che - hanno spinto - il Tribunale di Pordenone ad assumere la decisione in oggetto, a fronte di un dettato normativo che chiaramente attribuisce solo ai pubblici ufficiali, e quindi al notaio, la competenza a regolamentare i trasferimenti immobiliari nell'ambito della procedura della negoziazione assistita".
Nella nota, a firma del segretario del Consiglio Nazionale del Notariato, Vito Guglielmi, si sottolinea come "l'affidabilità dei pubblici registri immobiliari - rappresenti - una eccellenza del sistema giuridico italiano riconosciuta a livello mondiale sia in termini economici sia sociali".
La figura del notaio, "pubblico ufficiale soggetto a continui controlli da parte dello Stato - prosegue, è, dunque - essenziale e imprescindibile per garantire e preservare la completezza e la correttezza dei dati contenuti nei detti registri". La stessa Corte Europea con la sentenza del 9 marzo 2017 (leggi: "Autentica atti solo ai notai e non agli avvocati") richiamata da Guglielmi nella nota "ha sottolineato la specificità della professione di notaio e il suo ruolo quale soggetto cui sia riservato il potere di autentica degli atti destinati alla pubblicità immobiliare".
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