di Valeria Zeppilli - Con una sentenza che sta già facendo storia, la Corte di cassazione ha deciso di dire addio alla centralità del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio nella valutazione del diritto dell'ex coniuge a beneficiare di un assegno divorzile, di fatto stravolgendo una prassi lunga decenni (leggi: "Divorzio: la Cassazione dice addio al tenore di vita. Ecco le motivazioni").
E se la Corte è chiara e decisa nel sancire che il tenore di vita collide con la natura del divorzio e che è un parametro di riferimento non più adeguato ai tempi, è ancor più chiaro che una tale pronuncia influirà decisamente sul contenzioso in essere e ne procurerà di nuovo.
Il taglio dell'assegno e gli accordi tra coniugi
Di fronte a questo cambiamento, definito dal presidente dell'Ami "un terremoto nel diritto di famiglia", è molto probabile che i coniugi decidano di trovare un accordo prima che il giudice intervenga a statuire sui loro interessi, addirittura anche ottenendo l'effetto opposto rispetto al taglio che, in generale, subiranno gli assegni in conseguenza della recente pronuncia.
Giudizi di separazione
Verosimilmente, poi, la nuova pronuncia inciderà anche sui giudizi di separazione, nonostante in quest'ultimo caso il matrimonio non possa dirsi ancora formalmente sciolto e la natura dell'assegno sia quindi diversa.
Vista la stretta interdipendenza tra i due procedimenti e visti i tempi oggi ristretti perché alla separazione possa seguire il divorzio, è facile che l'interpretazione dettata con riferimento ai sussidi conseguenti a quest'ultimo influenzerà sia i coniugi che intendono porre fine al loro legame matrimoniale che il giudice della separazione. Ad esempio, potrebbero aumentare le opzioni per la cd. una tantum divorzile che un coniuge corrisponde all'altro a tacitazione di tutte le eventuali pretese economiche.
Sentenze già emesse
L'addio al parametro del tenore di vita poi, come accennato, produrrà probabilmente un nuovo contenzioso, visto che è difficile immaginare che lascerà integre le sentenze di divorzio già emesse.
Molti, infatti, potrebbero decidere di ricorrere al giudice per ottenere la revisione dell'assegno.
Tuttavia a tal proposito occorre sottolineare che l'articolo 9 della legge sul divorzio presuppone, a tale ultimo fine, la sussistenza di giustificati motivi economico-patrimoniali alla base della richiesta.
Prova
Concretamente, le conseguenze del nuovo orientamento si rifletteranno anche sull'onere della prova, visto che per ottenere l'assegno non sarà più sufficiente portare dinanzi al giudice scontrini di ristoranti lussuosi o documenti attestanti viaggi compiuti, ma bisognerà dimostrare di non essere economicamente autosufficienti.
In altre parole, non basterà rilevare la grande differenza di redditi rispetto all'ex, ma occorrerà dimostrare di non riuscire, con i propri, ad essere autonomi (ad esempio a mantenere la casa).