Lo Studio Ana Fernandez & Geval di Valencia guidato da Luca Vaccari ha prodotto un documentario sul celebre marchio rilanciato da Romano Artioli, un imprenditore esemplare

Il 28 maggio a Campogalliano l'anteprima mondiale del documentario. 

«Negli ultimi tempi ho notato una mancanza d'entusiasmo negli imprenditori italiani». Lo racconta allo Studio Cataldi Luca Vaccari, 41 anni, abruzzese, C.E.O. della A.F.&G. Group, la società di consulenza con sede a Valencia leader nel supportare le aziende italiane che vogliono espandersi in Spagna. «Un pessimismo che, spesso, prevale sulle tante qualità imprenditoriali che noi italiani abbiamo - continua Vaccari - Per questo ho voluto realizzare un video documentario per ricordare la gloriosa storia del capitolo italiano della Bugatti, un marchio francese portato in Italia grazie a quel coraggioso e tenace imprenditore che è Romano Artioli».

Il docu-film è stato girato dalla HDFilm, gruppo STC Media, lo scorso febbraio direttamente negli ex stabilimenti della Bugatti Automobili a Campogalliano, pochi chilometri a nord di Modena. Ed è il primo di una serie chiamata "Gli imprenditori siamo noi" che raccoglierà le storie di chi ha fatto e vuole fare grande l'Italia. Chi non si piange addosso, si lamenta o si azzuffa con la burocrazia, ma chi ha il coraggio di portare a termine un progetto.

Luca Vaccari è da sempre un grande appassionato di auto, ma soprattutto è innamorato della storia del marchio Bugatti, rilanciato alla fine degli anni Ottanta da Romano Artioli, tenace altoatesino che volle un moderno stabilimento di produzione a Campogalliano, a ridosso dell'Autostrada del Sole, da cui ancora s'intravedono le vetrate luminose e la linea di produzione. Una leggendaria cattedrale dell'automobile che dava lavoro a oltre 150 persone, tra designer, ingegneri e operai tecnici specializzati. Ora lo stabilimento è in abbandono, spesso in preda i ladri, mentre dovrebbe essere restituito alla storia dell'automotive nazionale, visto che siamo nella "Motor Valley" italiana, immersi in un territorio dove troneggiano nomi come Lamborghini, Pagani e, ovviamente, Ferrrari.

«Abbiamo girato nello stabilimento dove quasi trent'anni fa dalla sua linea di produzione uscivano le EB110 e le EB112 Super Sport, vetture da oltre 800 milioni di lire di listino. Meraviglie della meccanica che già nel 1990 sembravano prevedere di un decennio il gusto e la tecnica», continua Vaccari. «Abbiamo usato videocamere 4K, quindi di altissima qualità (il doppio di uno schermo cinematografico, ndr), usufruendo anche di un drone per raccontare, anche dall'alto la realtà e il passato dello stabilimento, chiuso, a seguito del fallimento, nel 1995 e della cessione del marchio Bugatti al Gruppo Porsche Volkswagen».

Attraversando il perimetro della fabbrica, sembra che il tempo si sia fermato, lasciando soltanto una sottile patina di polvere, amorevolmente rimossa, ogni tanto, da Ezio Pavesi e dal figlio Enrico, i custodi dell'impianto: Ezio era un dipendente Bugatti e ora, oltre a custodirne gli spazi, ne custodisce anche la memoria, organizzando tour guidati per studenti e amanti della Bugatti giunti da ogni dove.

«Guardando l'edificio dall'esterno, ma anche in molti spazi interni, mi è sembrato che tutto fosse sopravvissuto agli anni d'oro, quando costruivano le fantastiche EB110, le supercar da 12 cilindri a V e 560 CV che tutto il mondo ci invidiava. Questo gioiellino, concepito e voluto da Artioli, grazie agli ingegneri Stanzani e Materazzi e al designer Giampaolo Benedini, è stato prodotto soltanto in 159 esemplari che, ora, tra i collezionisti, valgono più di 1 milione di euro, perché è un'auto che nel 1991 anticipava le attuali soluzioni tecniche e di design. Frutto dell'abilità e della nostra bravura. Perché lo abbiamo perso?».

«Il documentario - prosegue Luca Vaccari - raccoglie le testimonianze commosse e sincere di chi ha lavorato in quell'avventura durata otto anni. Con l'aiuto del giornalista Roberto Pellegrino (collaboratore dalla Spagna per Il Giornale, ndr), abbiamo raccolto il ricordo di Giampaolo Benedini, non solo architetto dello stabilimento, ma anche designer del marchio. Infatti, Benedini, non solo ha progettato gli interi edifici, con la parte degli uffici direzionali e la linea di produzione, ma ha anche ideato la linea della EB110. Le sue parole sono state preziosissime, mi hanno trasmesso entusiasmo ed energia».

Anche l'ex stabilimento Bugatti può considerarsi un gioiellino: per quell'epoca, aveva soluzioni architettoniche e ingegneristiche avveniristiche, come il riciclo dell'acqua, l'uso di luci naturali e una linea di produzione con strumenti ergonomici studiati per agevolarne il lavoro. «Abbiamo raccolto la testimonianza di Euro Duroni, operaio specializzato della linea di assemblaggio, cartellino numero due. Mentre ricordava, i suoi occhi trattenevano le lacrime». Poi c'è lei, la EB110, prestata da un collezionista di Modena. «Blu splendente, come appena uscita dalla fabbrica, è entrata nello stabilimento ruggendo - racconta il Vaccari - E ho avuto l'onore di guidarla sul circuito interno, tenuto pulito da Ezio ed Enrico».

Ed è stata un'emozione unica risentire l'urlo dei quasi 600 cavalli, liberato proprio nella culla dove tutto è nato e tutto è finito. «Martha Naudascher, assistente personale di Artioli, e Lorena Dondi, responsabile del primo negozio interno di merchandising, ci hanno restituito l'atmosfera di quegli anni, dove chi lavorava in Bugatti, Italia, non era un semplice numero nel libro costi, ma uno della famiglia. Tutti pranzavano assieme, dal fattorino al dirigente, si organizzavano barbecue in estate e recite in inverno. Tutti uniti perché Artioli era attento al contributo e consiglio di chiunque avesse abbracciato il progetto, ma io direi più, il sogno, di creare qualcosa di unico, destinato a rimanere nella storia dell'imprenditoria italiana».

Un'anteprima corposa del docu-film sarà proiettata il 28 maggio all'interno degli ex stabilimenti della Bugatti a Campogalliano, alla presenza di oltre 500 fan del marchio che giungeranno da ogni dove, alcuni, con le loro EB110 e EB112 per celebrare il "Bugatti's Day" con l'importante contributo dello Studio Ana Fernandez & Geval che ha curato nei minimi dettagli la realizzazione di un thinktank, dove sua maestà Romano Artioli che, ancora, si stupisce di quanto baccano si produca ancora per le sue creazioni, risponderà alle domande dei giornalisti e degli appassionati, alla presenza dei suoi ex collaboratori e ammiratori, in un momento di nostalgia e di grande creatività. Una perla da non perdere.

Il trailer e l'anteprima del filmato realizzato dallo Studio Ana Fernandez & Geval:




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