di Valeria Zeppilli - Con nota del 24 maggio 2017 (qui sotto allegata), la Procura generale della Corte di cassazione ha diffuso un interessante documento che esprime il suo nuovo grande impegno in materia di richiesta di enunciazione del principio di diritto dalle corti di merito, nella convinzione che tale richiesta è "espressione massima dello jus constitutionis" e consente di "rafforzare e sviluppare il consolidamento della giurisprudenza come autorevole risultato interpretativo".
Il dialogo
In particolare, si enuncia la volontà di procedere su diverse direzioni mediante le quali si possa cambiare rotta rispetto alla scarsa attenzione sino ad ora dedicata all'istituto, anche favorendo il dialogo.
Un dialogo che peraltro, come si legge in nota, non dovrà essere fine a se stesso ma dovrà perseguire l'obiettivo di rendere la giurisdizione "più efficiente nella tutela dell'effettività dei diritti dei singoli", sostenendo la funzione nomofilattica assegnata alla Cassazione.
Gli impegni
A tal fine, innanzitutto, si punta sulla ricostruzione teorica delle categorie degli atti processuali che sono ricorribili e di quelli che non lo sono.
Inoltre, l'impegno è quello di dare adeguata informazione delle richieste avanzate precedentemente dalla Procura generale tramite il web, con annotazione delle relative sentenze emesse dalla Corte di cassazione, e di diffondere la nota in commento sulle varie riviste di diritto e di procedura civile.
Gli aspetti organizzativi della raccolta delle segnalazioni e della disciplina processuale dell'istituto della richiesta ex art. 363 c.p.c. saranno oggetto, poi, di incontri presso le università, con diffusione di note bibliografiche sull'argomento.
Infine, viene sollecitato il coinvolgimento, nell'operazione, sia del CNF che delle strutture di formazione decentrata istituite presso le diverse corti d'appello.
Procura generale testo nota del 24 maggio 2017