Per la Cassazione il divieto vale anche se il legale è indagato di evasione fiscale

di Valeria Zeppilli - Se un avvocato è indagato per evasione fiscale, il rispetto della privacy dei suoi assistiti impedisce comunque alla Guardia di Finanza di sequestrare i documenti inerenti alla sua attività professionale. Come affermato dalla Corte di cassazione nella sentenza numero 28069/2017 qui sotto allegata, gli agenti hanno semmai solo il potere di perquisire i luoghi in cui il legale lavora.

La perquisizione

Con particolare riferimento alla perquisizione, i giudici hanno chiarito che le garanzie previste dall'articolo 103 del codice di procedura penale sono poste a tutela del diritto di difesa dell'imputato e, quindi, riguardano solo chi riveste la qualità di difensore in forza di uno specifico mandato e non tutti coloro che esercitano la professione legale. In altre parole, tali garanzie non operano né possono essere applicate se la perquisizione è fatta nei confronti di un avvocato sottoposto ad indagine.

Il sequestro

Il discorso cambia, invece, con riferimento al sequestro: se i documenti e gli atti relativi all'attività professionale dell'avvocato indagato non costituiscono corpo di reato, il loro sequestro non è consentito, stante il divieto di cui all'articolo 103 del codice di rito penale.

Di conseguenza, nel caso, come quello di specie, in cui il sequestro viene posto in essere, tale pratica rappresenta un'ingerenza indebita e non necessaria nell'attività difensiva che l'indagato svolge nell'interesse dei terzi e pregiudica il libero svolgimento di tale attività senza una reale necessità per l'accertamento dei reati.

Corte di cassazione testo sentenza numero 28069/2017
Valeria Zeppilli

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