di Valeria Zeppilli - Chi esibisce per due volte lo stesso scontrino alla cassa di un supermercato per evitare di pagare nuovamente le merci prelevate, commette reato. In particolare, si tratta di furto aggravato.
Lo ha ricordato il Tribunale di Udine con la sentenza numero 339/2017 qui sotto allegata, con la quale è stata decretata la condanna di due giovani che avevano messo a punto una vera e propria strategia per sottrarre indebitamente della merce dai banchi di un supermercato, ma che tuttavia erano stati individuati e tratti a giudizio.
Furto e non truffa
Il giudice friuliano, più nel dettaglio, con l'occasione ha ribadito un orientamento espresso dalla Corte di cassazione già con la sentenza numero 2497 del 24 gennaio 1996, in forza del quale la riconducibilità al furto della condotta di chi sottrae beni a un supermercato e poi esibisce uno scontrino relativo a merce pagata in precedenza va giustificata tenendo conto che lo stratagemma posto in essere da chi la compie è solo quello di non pagare il prezzo di cose delle quali si è già impossessato. Non è insomma integrata la truffa, in quanto il fine non è quello di farsi dare dal venditore cose delle quali non si ha ancora il possesso.
La circostanza, poi, che i beni presenti sugli scaffali di esposizione dei supermercati siano esposti alla pubblica fede rende il reato aggravato.
Tribunale di Udine testo sentenza numero 339/2017