di Valeria Zeppilli - Chi aiuta il collega a truffare il datore di lavoro, strisciando il badge al posto suo, può essere a ragione sottoposto all'obbligo di firma presso la polizia giudiziaria: il reato integrato è quello della truffa in concorso con altri e la misura cautelare è giustificata.
Con la sentenza numero 32942/2017 (qui sotto allegata), la Corte di cassazione ha infatti confermato la misura cautelare in danno di un uomo che era indagato per aver falsamente timbrato il cartellino di altri colleghi al fine camuffare le loro assenze ingiustificate dal lavoro.
Nell'applicare la misura, il giudice del merito aveva fornito un'ampia e persuasiva motivazione delle ragioni a sostegno della sua decisione: l'uomo aveva per oltre tre mesi strisciato il badge dei colleghi, più precisamente per 34 volte nell'arco temporale in contestazione.
Coincidenze temporali
Ad incastrare l'imputato, in particolare, è stata la coincidenza temporale tra la propria obliterazione e quella dei colleghi assenti: un elemento che, per i giudici, deve essere ritenuto fortemente indiziario della condotta contestata, specie in assenza di "elementi perturbatori della sequenza causale ricostruita".
Con l'occasione la Corte ha anche precisato che il giudice, di fronte a posizioni analoghe o a impostazioni che descrivano fatti commessi in maniera seriale, può ricorrere a una valutazione cumulativa per decidere se applicare la misura cautelare, senza dover ribadire volta per volta le regole di giudizio che lo hanno ispirato.
Corte di cassazione testo sentenza numero 32942/2017• Foto: 123rf.com