Riflessioni sulla sentenza del Tar Piemonte n. 655/2017
Avv. Francesco Pandolfi -- Argomento delicato, complesso e interessante, in quanto spesso ritorna nelle sentenze in questa materia, rese su provvedimenti di revoca della validità della licenza di porto di fucile (nel caso di specie: ad uso tiro a volo).


Il caso


Un decreto del Prefetto conferma il decreto del Questore recante la revoca della licenza descritta, motivata da plurimi deferimenti all'Autorità giudiziaria nell'arco di undici anni, per vari reati (maltrattamenti in famiglia, minaccia, danneggiamento e simili).

Ne segue una causa amministrativa dove il Tar esprime alcuni concetti, di seguito illustrati in sintesi.

Le condotte che, se messe in atto, portano alla revoca


Il contenuto della sentenza è schietto e chiaro: la detenzione delle armi può essere vietata e la licenza negata o revocata anche senza sentenze penali di condanna.

Si va infatti a guardare, in questi casi, la condotta e le circostanze legate alla specifica condotta, con il risultato che lo screening porta l'amministrazione a dubitare dell'affidabilità della persona interessata.

Nel caso esaminato dal Tar, le condotte dubbie sono diverse e spaziano dallo scarso controllo della personalità alla conflittualità conclamata con il coniuge e con i vicini di casa; condotte che hanno prodotto una serie di denunce e liti giudiziarie.

Situazioni con stridono con le rigide norme in materia, prima fra tutte quella per cui il rilascio o il rinnovo della licenza a portare armi costituiscono deroga al generale divieto di portare armi scolpito nell'art. 699 codice penale e 4 comma 1 legge n. 110/1975.

Si parla quindi di un quid di per se vietato, non permesso.

Il dato da tenere sempre presente è quello per cui i provvedimenti in materia di armi sono tutti ispirati ad una logica preventiva, protettiva, in pratica posta a presidio della sicurezza di tutti i membri della collettività.

Le condotte conformi alla legge


Sul versante opposto, comportarsi bene è conforme alle norme di settore e permette di essere apprezzati di fronte alla rigida metrica valutativa dell'Amministrazione.

Tutto ruota intorno all'interesse pubblico in questa materia, di fronte al quale l'interesse del privato per forza di cose recede.

In pratica: evitare condotte violente ed incontrollate, dimostrare in ogni situazione che si dispone di autocontrollo e di capacità di gestione di situazioni anche potenzialmente litigiose, anticipare lo scoppio di una lite prevenendo l'innesco del contendere.

Comportarsi bene e mantenere inalterata nel tempo la propria affidabilità, evitare situazioni di conflitto in famiglia o con il proprio vicinato: solo così sarà possibile avere ragione in caso di contenzioso in materia di revoca della licenza.

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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