di Valeria Zeppilli - L'errata diagnosi di autismo rientra tra le cause che possono ingenerare responsabilità medica. Si tratta, infatti, di una patologia molto delicata, la cui diagnosi genera indubbiamente una forte apprensione e tanta preoccupazione.
Le possibilità di diagnosi errata di autismo, purtroppo, sono elevate se i professionisti ai quali ci si rivolge non sono specializzati nella materia. Tale patologia, infatti, è diagnosticata facendo riferimento esclusivamente a dei criteri comportamentali e non trova sostegno né in indagini di laboratorio né in indagini strumentali. La specializzazione, quindi, gioca un ruolo fondamentale.
I rischi per il medico che sbaglia la diagnosi di autismo
Il medico che diagnostica l'autismo a un bambino che, invece, non è affetto da alcuna patologia ma, magari, è solo un po' timido, rischia di essere condannato al risarcimento del danno cagionato per la sua errata diagnosi, che può derivare da leggerezza, incompetenza o, magari, semplice timore di sbagliare.
Infatti, anche i giorni di angoscia e preoccupazione che vivono i genitori del piccolo a seguito di una diagnosi poi risultata errata e, quindi, in maniera del tutto infondata, sono stati considerati dalla giurisprudenza meritevoli di risarcimento.
La posizione della giurisprudenza
Il primo segnale in tal senso è stato dato dalla Corte di cassazione con la sentenza numero 1511/2007, nella quale si è data rilevanza al fatto che "poiché l'intervento del medico riguarda non tanto o non solo la fisicità del soggetto ma la persona nella sua integrità (si cura non la malattia ma il malato), è ragionevole ritenere che eventuali errori diagnostici compromettano, oltre alla salute fisica, l'equilibrio psichico della persona, specie se l'errore - come nel caso di specie - riguarda la diagnosi di malattie assai gravi e comunque in grado di pregiudicare grandemente la serenità del paziente". Peraltro, ad essere compromessa è non solo (o non tanto nel caso di specie, vista la tenera età in cui di solito viene eseguita la diagnosi di autismo) la sfera del paziente che ha subito l'errata diagnosi, ma anche (e talvolta soprattutto) quella dei suoi prossimi congiunti, che subiscono delle ripercussioni dirette sulla propria emotività (cfr., a tal proposito, Cass. n. 14040/2013).
Natura della responsabilità
Occorre considerare che, in ogni caso, a seguito dell'emanazione della recente legge cd. Gelli (numero 24/2017), il medico che opera a qualsiasi titolo presso una struttura sanitaria risponde civilmente dei danni cagionati nello svolgimento del proprio lavoro a titolo di responsabilità extracontrattuale e quindi ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile (ad eccezione dei casi in cui il sanitario ha agito nell'adempimento di un'obbligazione contrattuale assunta con il paziente stesso), con tutte le conseguenze che ne derivano in tema di onere probatorio. Le strutture sanitarie, invece, rispondono a titolo di responsabilità contrattuale.
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