La tredicesima puntata di Frammenti tratta di un'anomala ed incompatibile nomina del Governo
di Paolo M. Storani - Va bene che oggi è l'8 settembre... ma non è proprio il caso di fare battute di spirito. La puntata n.13 della mia rubrica flash Frammenti è dedicata alla brava (neo-mamma) ed attivissima On. Patrizia Terzoni del M5s ed al mesto Governo d'Italia che sostituisce Vasco Errani, Commissario Straordinario al più devastante sisma della storia recente, con un'esperta di conserve alimentari e di volley, di cui è pure presidente di Lega.
Questo il formidabile curriculum della prescelta dell'ineffabile Governo Gentiloni stando a Wikipedia: "Paola De Micheli è laureata in Scienze Politiche presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Vive e lavora a Piacenza quale manager nel settore agroalimentare per il 'Consorzio Cooperativo Conserve Italia' ed è impegnata in politica già dalla metà degli anni novanta, quando il centrosinistra italiano affrontò l'esperienza dell'Ulivo.
È stata presidente dell'Agridoro soc. coop. a r.l dall'ottobre 1998 fino all'ottobre 2003, poco prima che per lo stato di insolvenza in cui si trovava la cooperativa, ne venisse decretata la liquidazione coatta amministrativa".
Mentre scrivo mi trovo, di ritorno da un convegno a Genova, proprio a Piacenza, città di Paola De Micheli, attuale deputata PD e Sotto-Segretaria di Stato all'Economia, ove è subentrata a Giovanni Legnini, nostro Collega di Chieti passato a vicepresiedere il CSM.
A tacer della sua più plateale mancanza di esperienza nel delicatissimo settore - ma chi scrive è un nostalgico di Giuseppe Zamberletti - ai sensi della Legge del 1953, n. 60, la designazione governativa sarebbe pure anomala: state a sentire quel che dichiara l'On. Terzoni:
"il doppio ruolo di deputata e commissario è incompatibile in base alla legge 60 del '53. Secondo la norma i membri del Parlamento non possono ricoprire cariche o uffici di qualsiasi specie in istituti pubblici o privati, per nomina o designazione del governo o di organi dell'Amministrazione dello Stato. E' esattamente questo il caso di Paola De Micheli, quindi appena la sua nomina diventerà effettiva dovrebbe dimettersi subito da parlamentare".
Questo il formidabile curriculum della prescelta dell'ineffabile Governo Gentiloni stando a Wikipedia: "Paola De Micheli è laureata in Scienze Politiche presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Vive e lavora a Piacenza quale manager nel settore agroalimentare per il 'Consorzio Cooperativo Conserve Italia' ed è impegnata in politica già dalla metà degli anni novanta, quando il centrosinistra italiano affrontò l'esperienza dell'Ulivo.
È stata presidente dell'Agridoro soc. coop. a r.l dall'ottobre 1998 fino all'ottobre 2003, poco prima che per lo stato di insolvenza in cui si trovava la cooperativa, ne venisse decretata la liquidazione coatta amministrativa".
Mentre scrivo mi trovo, di ritorno da un convegno a Genova, proprio a Piacenza, città di Paola De Micheli, attuale deputata PD e Sotto-Segretaria di Stato all'Economia, ove è subentrata a Giovanni Legnini, nostro Collega di Chieti passato a vicepresiedere il CSM.
A tacer della sua più plateale mancanza di esperienza nel delicatissimo settore - ma chi scrive è un nostalgico di Giuseppe Zamberletti - ai sensi della Legge del 1953, n. 60, la designazione governativa sarebbe pure anomala: state a sentire quel che dichiara l'On. Terzoni:
"il doppio ruolo di deputata e commissario è incompatibile in base alla legge 60 del '53. Secondo la norma i membri del Parlamento non possono ricoprire cariche o uffici di qualsiasi specie in istituti pubblici o privati, per nomina o designazione del governo o di organi dell'Amministrazione dello Stato. E' esattamente questo il caso di Paola De Micheli, quindi appena la sua nomina diventerà effettiva dovrebbe dimettersi subito da parlamentare".
L'ideale, a mio sommesso avviso, sarebbe se rinunciasse subito e non ci facesse perdere altro tempo dopo il... sonno della ragione renziano.
Su Vasco Errani che dopo un anno di esperienza sul campo passa la mano mi astengo da commenti.
L'unico mio suggerimento è che dovrebbe trascorrere i prossimi anni a spiegare a tutti i cittadini terremotati del Centro Italia, che in lui hanno creduto e riposto inappagate aspettative, che cosa si intendeva con la frase "ricostruiremo tutto".
Anche dai piccoli gesti si comprende perché un Paese è in continua crisi di sistema e non riesce neppure a rispettare le regole e le promesse che si è autoimposto.
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