di Valeria Zeppilli - In questi giorni si sente spesso parlare di caregiver familiare, vista la discussione in essere sui disegni di legge che propongono l'ingresso ufficiale di tale figura nel nostro ordinamento.
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Il caregiver familiare, in particolare, è un soggetto che, volontariamente e senza retribuzione, si prende cura di una persona cara e consenziente, che non è autosufficiente a causa dell'età, di una malattia o di una disabilità.
Dalla definizione, è chiaro sin da subito che si tratta di una figura che, se dovesse essere effettivamente introdotta, dovrà necessariamente fare i conti con le previsioni di cui alla legge numero 104/1992 e di tale questione le proposte di legge che la disciplinano si sono occupate specificamente in diverso modo.
Riconoscimento della qualifica di caregiver
La legge 104 fa capolino già a partire dalla definizione dei presupposti per il riconoscimento della qualifica di caregiver familiare, che può spettare con riferimento a soggetti conviventi che sono riconosciuti invalidi civili al 100% e necessitano, per almeno 54 ore settimanali, di assistenza globale e continua ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge numero 104/1992. Tanto che per accedere ai benefici previsti per il caregiver familiare è necessario esibire, tra le altre cose, la copia del verbale di riconoscimento dello stato di gravità all'assistito ai sensi della predetta norma.
Niente legge 104 oltre al caregiver
Si prevede, poi, che se un soggetto riceve il riconoscimento della qualifica di caregiver familiare per un familiare che assiste, nessun altro familiare lavoratore potrà godere delle agevolazioni di cui all'articolo 33 della legge 104 in relazione al medesimo assistito. È fatta eccezione per i genitori.
Estensione dei permessi
Le due predette precisazioni sono contenute nel disegno di legge numero 2128.
Il disegno di legge numero 2266 aggiunge ad esse un'altra importante previsione, chiarendo che i permessi previsti dalla legge 104 sono estesi anche ai caregiver familiari che sono assunti con qualsiasi forma di contratto di lavoro subordinato o parasubordinato. Ciò, con l'obiettivo di rispondere alle esigenze di conciliazione tra attività lavorativa e attività di cura e assistenza, che sussistono anche per i caregiver.