Per il tribunale di Mantova la mera pubblicazione delle foto dei minori sui social è un atto pregiudizievole. Ne parliamo con l'avv. Camilla Signorini, legale della parte che ha ottenuto il provvedimento

di Gabriella Lax - La mera pubblicazione delle foto dei bambini sui social network è di per sé stesso un atto pregiudizievole per gli stessi. Questa l'importante motivazione della prima sezione del Tribunale di Mantova nel decreto sotto allegato, a proposito di un caso del quale ci eravamo occupati nei mesi scorsi quando c'era stata una prima innovativa pronuncia in tema di privacy dei minori.

Leggi: Niente foto dei figli su Facebook: accordo dei genitori davanti al giudice

Avvocato Signorini ci racconta la vicenda?

A ricordare la vicenda, ancora una volta è l'avvocato Camilla Signorini che spiega «i genitori, ex conviventi non sposati, nonostante il procedimento iniziato nella forma contenziosa con ricorso ex art. 337 bis, avevano sottoscritto, con l'aiuto dei rispettivi difensori, un accordo, che il Collegio ha poi recepito, secondo il quale 'la madre e il padre si impegnano a non pubblicare alcuna fotografia sui social dei minori e ad eliminare tutte quelle a tutt'oggi da loro stessi postate'. La richiesta in tal senso parte dal padre, mio assistito, infastidito dalla assidua pubblicazione delle immagini dei figli minori sui social (in particolare su Facebook), da parte della madre, ex compagna. Con la collaborazione del legale della madre, i genitori si erano accordati per la sottoscrizione della clausola, stabilendo il reciproco divieto di pubblicazione e la rimozione delle foto già postate».

Tutto è bene quel che finisce bene? Le cose purtroppo non sono andate secondo l'accordo perché la madre ha continuato a postare foto dei bambini.

Niente foto dei bambini su Facebook: accordo non rispettato

«Quella volta i genitori, si erano semplicemente accordati davanti ad un tribunale, la madre aveva detto che non avrebbe più pubblicato foto dei figli. Questo accordo è stato omologato dal Tribunale ma la signora non si è attenuta a questa sorta di "autoimposizione". Non solo non ha rimosso tutte le foto, ma ne ha aggiunte di nuove, ogni giorno praticamente. A questo punto il padre si è rivolto di nuovo a me, come suo legale, per chiedere al giudice un provvedimento che ordinasse (in questo caso nel vero senso del termine) alla donna di rimuovere le foto postate prima della conclusione dell'accordo, intimando di non aggiungerne ulteriori».

Nello specifico, il legale ha anche domandato, in aggiunta che ad ogni ulteriore violazione la signora fosse condannata al pagamento di un'ammenda alla cassa delle ammende, inoltre «abbiamo chiesto il risarcimento dei danni per le foto già postate e anche perché la signora appartiene ad un gruppo e la pubblicazione delle foto dei bambini sono associate ad attività poco chiare».

Da qui la richiesta di un provvedimento d'urgenza, inaudita altera parte.

Tribunale di Mantova: la mera pubblicazione delle foto dei bambini sui social è atto pregiudizievole

«Considerato che ci sono anche delle richieste sul cambiamento delle modalità di affidamento - spiega Signorini - intanto abbiamo chiesto al giudice che, in via d'urgenza, si pronunciasse subito sulle fotografie». E così è stato.

Il collegio ha accolto l'istanza senza nemmeno convocare la madre, preso atto delle prove fornite (fotografie, date), ed ha stabilito che non solo la signora ha violato l'accordo ma, soprattutto, ha statuito che la mera pubblicazione dei bambini sui social network è di per sé stesso un atto pregiudizievole per gli stessi.

«I bambini hanno diritto all'immagine - precisa l'avvocato Signorini - come dice la Convenzione di New York del 1989, l'articolo 10 del codice civile, e l'articolo 8 del Regolamento europeo che entrerà in vigore a gennaio. È nelle motivazioni il punto importante della decisione dei giudici - e poi conclude - all'udienza si parlerà della richiesta che abbiamo fatto perché la signora venga multata, del risarcimento dei danni e delle modalità di affidamento ma intanto il giudice ha voluto dare subito questo provvedimento. Noi l'abbiamo notificato alla signora, la quale imperterrita ha continuato a pubblicare foto, quindi è stato necessario notificare un atto di precetto con la formula esecutiva con un'ulteriore intimazione. Adesso la signora ha tolto alcune foto ma non tutte quindi stiamo decidendo se rivolgerci alla polizia postale perchè provveda».

Trib. Mantova, decreto 20 settembre 2017

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