Nel frattempo, il testo del ddl, che contiene diverse novità per guidatori e utenti della strada, licenziato dalla Commissione Trasporti di Montecitorio ed in attesa di ricevere i pareri delle altre commissioni, potrebbe ricevere a breve l'ok definitivo in sede legislativa, senza passare dall'aula.
Ne parliamo con l'onorevole Michele Meta (Pd), presidente della Commissione trasporti della Camera e relatore del testo.
Onorevole Meta, perché questo disegno di legge? Cosa si vuole ottenere?
Salvare vite umane: tutto qui. Mi viene in mente un tweet recente di Alex Zanardi, rivolto ai "guidatori con gli occhi sul telefono", per richiamare tutti a un comportamento più responsabile. La tentazione di smanettare sul telefonino è forte e - dobbiamo prenderne atto - sta ormai prendendo piede; proprio per questo ho pensato, nei mesi scorsi, di intervenire a livello legislativo: un approccio un po' duro - mi è stato contestato da molti - che però servisse a cambiare le abitudini, visto che noi italiani (così smartphone-dipendenti) non ce la facciamo da soli.
Nel testo finale adottato dalla Commissione, ci sono varie misure importanti. Una di queste è l'inasprimento delle sanzioni per chi guida col cellulare. Cosa si prevede e cosa cambierebbe rispetto ad oggi?
Vengono modificati due commi (il 2 e il 3-bis) dell'articolo 173 del codice della strada. In estrema sintesi, da un lato viene aggiornata la lista dei dispositivi vietati alla guida (oggi si parla solo di cuffie sonore e apparecchi radiotelefonici), aggiungendo smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi; dall'altro si agisce sulle sanzioni, che vengono inasprite: vale per la sospensione della patente, per le multe e per la decurtazione dei punti.
Nel ddl, ci sono anche diverse novità per i ciclisti. Quali sono?
Le principali novità mi sembrano le seguenti: è consentita la sosta dei ciclisti sui marciapiedi e nelle aree pedonali, in assenza di rastrelliere; è possibile la circolazione delle biciclette nelle preferenziali, dove sussistano idonee condizioni di sicurezza; viene introdotta una specifica segnaletica orizzontale per le bici agli incroci (il cosiddetto arresto avanzato); nelle zone con limite a 30 km/h il Comune può consentire alle biciclette di andare contromano, con una specifica ordinanza. Più in generale, ci tengo a ribadire che, se c'è un tema su cui questa legislatura ha dato buona prova di sé, è proprio la mobilità sostenibile: si pensi solo ai finanziamenti per le ciclovie nazionali, al riconoscimento dell'infortunio in itinere per chi va al lavoro in bici, alla riapertura di linee ferroviarie in disuso in chiave turistica. Il 14 novembre abbiamo approvato un'altra legge importante, che prevede un Piano generale della mobilità ciclistica, una qualificazione della rete ciclabile, un migliore coordinamento con le amministrazioni locali. Speriamo che il Senato la licenzi in tempi brevi.
Altra novità in arrivo è rappresentata dall'obbligo del dispositivo antiabbandono dei bambini trasportati. Può parlarcene?
Dal mio punto di vista, il provvedimento sul seggiolino antiabbandono è indispensabile. Basti pensare a quanto accaduto negli ultimi mesi ad Arezzo, Lecce, Catania … e potrei andare avanti a lungo, purtroppo, perché i casi di bambini dimenticati in macchina dai genitori si sono ripetuti. I dispositivi esistono già - ne ricordo uno inventato da un ragazzo di Cagliari e presentato qualche anno fa alla Maker Faire di Roma - e non richiedono grandi procedure di installazione... insomma, è una piccola accortezza che può dare grandi risultati. È un'ulteriore prova di come la tecnologia possa aiutare a migliorare la sicurezza stradale, sulla scia di quanto si è già fatto negli ultimi anni. L'esempio più simile è quello della suoneria che scatta quando le cinture non sono allacciate, evitando dimenticanze: in un primo momento poteva sembrare fastidiosa, poi è entrata nelle nostre abitudini ed è riuscita a modificarle. Le nuove automobili non suonano quando lasciamo le luci accese, o il bagagliaio aperto? E la vita di un bambino non è più importante?
Nel testo ci sono altre disposizioni importanti, come la previsione di sistemi di videosorveglianza in alcuni attraversamenti pedonali e la definizione di utente vulnerabile… Qual è la ratio di queste nuove norme?
La ratio è che la strada non è proprietà esclusiva dei veicoli a motore, ma è di tutti. Con la differenza che, mentre un veicolo a motore ha delle protezioni maggiori in caso di impatto, chi va a piedi o in bicicletta rischia di più. In una società perfetta, in cui tutti rispettano le norme, probabilmente questi accorgimenti non servirebbero; ma noi dobbiamo fare i conti con la realtà, e metterci dalla parte di chi è più indifeso.
Il testo è stato licenziato dalla Commissione? Pensa vi siano chance che questa "miniriforma del codice della strada" veda la luce in questa legislatura?
La Commissione ha licenziato un testo che - come da regolamento parlamentare - è passato poi all'esame delle altre Commissioni, in sede consultiva; quando ci arriverà anche l'ultimo parere mancante, quello della Bilancio, non credo che avremo grandi difficoltà a ottenere l'approvazione dell'articolato in sede legislativa (senza passare, cioè, per l'Aula, dove si riaprirebbe tutto il dibattito e i tempi si allungherebbero). Per quanto è nelle mie competenze, garantisco il massimo impegno qui alla Camera dei deputati e cercherò di far pressione anche sui colleghi senatori perché si arrivi a un'approvazione entro fine legislatura. Ma i tempi, onestamente, sono molto a rischio. E per questo, nel frattempo, ho presentato un emendamento alla legge di bilancio: contiene appunto le disposizioni sull'uso degli smartphone alla guida, è sostenuto da tutti i gruppi e sono fiducioso che verrà approvato.
La versione attuale e futura dell'art. 173 del Codice della strada