di Valeria - Gli eredi del cliente dell'avvocato sono tenuti a pagare la parcella legale solo per la parte inerente alle attività svolte prima del decesso: dopo la morte del de cuius, infatti, il debito non può più essere qualificato come debito ereditario e il suo pagamento non può essere chiesto agli eredi solo in quanto tali. Almeno a detta della Corte di cassazione, che ha affrontato l'argomento con la sentenza numero 1749/2018 del 24 gennaio (qui sotto allegata).
Nuovo mandato
Se, poi, gli eredi decidono di conferire al legale il mandato a proseguire la causa, ci si trova di fronte a un nuovo mandato professionale, dal quale quindi non può scaturire alcun debito ereditario.
Della parcella per le attività maturate successivamente al decesso del de cuius, pertanto, l'erede risponde solo se e nei limiti in cui abbia conferito il nuovo mandato professionale, da solo o insieme agli altri eredi.
La vicenda
Nel caso di specie, l'avvocato dovrà quindi accontentarsi di ricevere il pagamento della parcella decurtata tenendo conto delle sole attività precedenti al decesso del cliente.
L'erede convenuto in giudizio, infatti, non ha mai ammesso di aver conferito un mandato in proprio al legale né quest'ultimo ha mai sostenuto di aver ricevuto tale nuovo incarico.
Dinanzi a questa situazione di fatto, pretendere il pagamento dei compensi maturati successivamente al decesso dell'assistito, per i giudici, sarebbe quindi "una impropria trasposizione di piani diretta ad estendere la responsabilità dell'erede convenuto oltre il debito ereditario a prescindere dalla prova che questi da solo o con gli altri eredi avesse conferito un nuovo incarico".
Corte di cassazione testo sentenza numero 1749/2018