di Paolo M. Storani - MEDIAevo n. 42. Tra una serie di notizie selezionate da Google News nei giorni scorsi, ve ne era una riguardante WhatsApp. E si parlava del pericolo di una multa per gli utenti di alcune compagnie telefoniche. Altre notizie dello stesso tenore erano apparse anche in precedenza.
Ma, stante l'insistenza sul problema, ho deciso di approfondire un po'.
Ieri, 10 febbraio 2018, mi capita giusto a fagiolo il titolo di un'altra notizia in cui si parlava del pericolo di multe per gli utenti di vari operatori telefonici.
In realtà, mi è parso subito evidente che il contenuto di queste notizie parla di una truffa e non di una "multa". Per meglio esprimersi, la minaccia della multa sarebbe essa stessa la truffa. In rete circolerebbe dunque un trabocchetto attuato tramite un invito a pagare appunto una sanzione di 500 euro.
Il messaggio truffaldino che si riceve su whatsapp, per presunte violazioni contrattuali, conterrebbe anche un link a una pagina per effettuare il pagamento.
Insomma un'altra delle innumerevoli trappole da cui debbono continuamente guardarsi i titolari di un qualunque account di posta elettronica.
Nulla di nuovo, dunque, in queste notizie se non il fatto che siamo costantemente invitati a stare in allerta dato il proliferare di malintenzionati. Sermoni che mirano a ricordarci di non credere alle sanzioni che provengono da Whatsapp.
A volte però si fa un uso di titoli allarmanti che lasciano presagire chissà quali pericoli quando l'unico vero pericolo siamo noi stessi con la nostra ingenuità.
È il web, ragazzi, c'è poco da fare!
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