Che cos'è la depressione, il riconoscimento di malattia invalidante, i sintomi fisici, l'approccio di uomini e donne, l'assenza dal lavoro, le percentuali di invalidità e i benefici previsti dalla legge

di Annamaria Villafrate - La depressione è un disturbo dell'umore che colpisce il 15% del popolo italiano. La Società Italiana di Psicopatologia considera preoccupante questo fenomeno sociale, provocato dalla crisi economica globale. Disoccupazione e povertà causano inevitabilmente una grave perdita dell'autostima, che a sua volta scatena depressione e altri disturbi psichici. In questa sede, anche se l'invalidità è riconosciuta per altre patologie mentali, che possono presentare "sintomi" depressivi (es: disturbo bipolare, anoressia, etc.), si parlerà esclusivamente della depressione in senso stretto.

Indice:

Depressione: che cos'è?

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La depressione, sia nella forma del "disturbo depressivo maggiore" che in quella endoreattiva è una malattia invalidante che compromette grandemente la salute fisica, psichica, sociale, familiare e lavorativa del soggetto che ne è affetto.

Depressione: malattia invalidante?

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La depressione ha ottenuto il riconoscimento di malattia invalidante e come tale, prevede che chi ne è affetto goda di determinati diritti. Le patologie psichiche infatti, sono state inserite nelle tabelle ministeriali sull'invalidità.

  • Il disturbo depressivo maggiore, infatti, oltre a provocare una ridotta capacità lavorativa può comportare la necessità di un supporto per svolgere anche le più banali attività quotidiane.
  • Degna di nota però anche la depressione reattiva, ricollegabile a eventi improvvisi e traumatici come un lutto, una separazione, una malattia o alla perdita del lavoro.

I principali segni psicologici della sindrome depressiva sono:

  • la sensazione d'inutilità,
  • l'incapacità di vedere aspetti positivi,
  • sensi di colpa,
  • assenza di autostima
  • pensieri ricorrenti di suicidio o di morte.

Depressione: sintomi fisici della malattia

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Spesso i sintomi psicologici descritti sono accompagnati dai seguenti segnali fisici:

  • dolori muscolari e articolari;
  • mal di testa frequenti e intensi;
  • disturbi del sonno;
  • problemi a carico del tratto gastro intestinale;
  • mal di schiena;
  • dolori al torace e nella zona intercostale;
  • variazione del peso corporeo;
  • vertigini e sensazione di stordimento.

Depressione: il primato delle donne

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Il "male oscuro" colpisce soprattutto il sesso femminile: il 75% dei pazienti infatti sono donne. L'adolescenza è la prima fase della vita a cui prestare attenzione, anche se a esserne maggiormente colpite sono le donne adulte, costrette a gestire casa, lavoro e assistenza di genitori e parenti anziani. L'assenza di sostegno da parte del partner e dello Stato le sottopone a una fatica e a uno stress che le rende particolarmente fragili e le fa sentire sole nell'affrontare tutte queste fatiche.

Depressione: l'approccio alla malattia di uomini e donne

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I sintomi della depressione maschile e femminile sono identici, a essere diverso è il modo in cui i due sessi la affrontano.

  • Le donne hanno una visione intima della sofferenza e una maggiore facilità a parlare delle proprie emozioni e a chiedere aiuto a medici, psicologi e psichiatri;
  • gli uomini, invece, soffrono maggiormente per i riflessi esterni della patologia (carriera, rapporti sociali e familiari) e hanno più difficoltà ad ammettere di avere bisogno di un supporto.

Depressione: l'assenza dal lavoro

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Nel momento in cui a un lavoratore dipendente viene diagnosticata la depressione, il medico curante può decidere che sia necessario un periodo di malattia per curarsi.

La procedura da seguire per l'assenza dal lavoro prevede i seguenti passaggi:

  • il medico curante redige il certificato di malattia;
  • il documento deve essere inviato entro il giorno successivo, in modalità telematica, all'I.N.P.S;
  • il lavoratore deve avvertire il datore di lavoro e inviargli il numero di protocollo telematico del certificato, nel rispetto degli accordi collettivi o individuali intercorrenti.

Depressione: visite fiscali ed eccezioni

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Durante il periodo di malattia il lavoratore è tenuto a rispettare le fasce di reperibilità per la visita fiscale dell'I.N.P.S, a meno che:

  • il lavoratore rischi la vita;
  • la lavoratrice abbia una gravidanza a rischio;
  • la malattia sia conseguenza di un infortunio sul lavoro;
  • la patologia derivi da cause di servizio;
  • il lavoratore venga ricoverato in ospedale o sia colpito da eventi morbosi legati all'invalidità attestata;
  • il soggetto depresso sia costretto a uscire di casa per partecipare a un'attività all'aperto per finalità terapeutiche.

Depressione: riconoscimento dell'invalidità civile e dell'handicap

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  • Il riconoscimento dell'invalidità civile in una certa misura percentuale dipende dalla riduzione della capacità lavorativa. Occorre precisare tuttavia che questa riduzione non pregiudica completamente la possibilità di lavorare, ma solo la difficoltà a svolgere una determinata attività in condizioni di normalità.
  • Il riconoscimento dell'handicap ai sensi della legge 104, invece, prende in considerazione la difficoltà d'inserimento sociale provocata dalla malattia o dalla menomazione fisica, psichica o sensoriale.

La diversità dei metodi utilizzati per la valutazione sono importanti poiché una patologia può comportare il contemporaneo riconoscimento di un' invalidità inferiore al 100% e di una condizione di handicap grave (ai sensi dell'art. 3, comma 3, Legge 104/92).

Depressione: le percentuali d'invalidità civile

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Le percentuali che consentono di fare domanda all'I.N.P.S per ottenere il riconoscimento dell'invalidità legata alla depressione sono:

  • depressione maggiore - episodio ricorrente - moderato: invalidità dal 61 all'80%;
  • depressione maggiore - episodio ricorrente - grave: invalidità del 100%.

Invalidità civile da sindrome depressiva: come si ottiene

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Per ottenere il riconoscimento dell'invalidità civile da sindrome depressiva, si deve:

  • fare domanda all'I.N.P.S, servendosi del contact center, dei patronati o accedendo al sito dell'istituto;
  • sottoporsi a visita medica della competente commissione medica. Qualora il soggetto non sia in grado di recarsi a visita presso la sede indicata, la commissione potrà visitarlo a casa.

Depressione: l'assegno d'invalidità ordinario

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L'assegno d'invalidità ordinario è erogato per invalidità superiori al 67%, se sussistono i requisiti contributivi:

  • 5 anni di contribuzione,
  • almeno 3 anni di contributi versati negli ultimi 5 anni.

L'assegno si calcola tenendo conto:

  • della contribuzione versata (con metodo retributivo o contributivo)
  • della presenza o assenza di 18 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.

Depressione: pensione di invalidità civile per invalidi civili parziali

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Se i requisiti contributivi previsti per l'assegno ordinario non sussistono è possibile chiedere il riconoscimento della pensione d'invalidità civile per gli invalidi civili parziali, in presenza delle seguenti condizioni:

  • un' invalidità superiore al 74%;
  • e un reddito non superiore a 4.805,19 euro (per il 2018).

L'assegno mensile per il 2018 è di 282,54 euro. Trattasi di un reddito esente da Irpef, che non viene concesso se il soggetto svolge attività lavorativa.

Depressione: le percentuali della legge 104 per il riconoscimento dell'handicap

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Percentuali previste dalla legge 104 per il disturbo depressivo:

  • sindrome depressiva endoreattiva lieve:10%;
  • sindrome depressiva endoreattiva media:25%;
  • sindrome depressiva endoreattiva grave:dal 31% al 40%;
  • sindrome depressiva endogena lieve:30%;
  • sindrome depressiva endogena media:dal 41% al 50%;
  • sindrome depressiva endogena grave:dal 71% all'80%.

Depressione: cosa prevede la legge n. 104

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Quando la depressione provoca un handicap mentale, motorio o sensoriale così gravi da inibire o limitare l'integrazione lavorativa, personale, sociale e familiare, il lavoratore che ne è affetto ha diritto ai seguenti benefici di legge:

  • permessi retribuiti: diritto di assentarsi dal lavoro per 3 giorni al mese;
  • facoltà di scegliere la sede di lavoro;
  • possibilità di rifiutare un eventuale trasferimento;
  • agevolazioni fiscali per l'acquisto di automobili, computer e apparecchiature informatici;
  • diritto a detrarre le spese di assistenza;
  • possibilità di dedurre le spese mediche e di assistenza.

Depressione: l'assegno di accompagnamento

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Il lavoratore depresso che necessita di una persona che lo assiste nel compimento degli atti della vita quotidiana ha diritto all'assegno di accompagnamento, nella misura di 516,35 euro mensili, per un totale di 6.196,20 euro pari a dodici mensilità.

Depressione: pensione anticipata per i dipendenti privati

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La pensione anticipata spetta quando dalla depressione derivi una certa percentuale d'invalidità:

  • al lavoratore depresso con invalidità superiore al 74% ha diritto a 2 mesi di contributi figurativi aggiuntivi annui, fino a 5 anni;
  • al lavoratore depresso con invalidità superiore all'80%, spetta il diritto di anticipare la pensione di vecchiaia.

Per poterla richiedere è necessario che il lavoratore abbia compiuto 60 anni e 7 mesi di età per gli uomini e 55 anni e 7 mesi per le donne e che abbia versato almeno 20 anni di contributi.

Depressione: licenziamento

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Chi soffre di depressione non può essere licenziato a causa della sua patologia. La Cassazione, con sentenza n. 11798/2012 ha dichiarato inefficace il licenziamento nei confronti di un dipendente emotivamente fragile in modo esasperato, nonostante l'omessa tempestiva comunicazione della patologia.

Depressione: collocamento mirato

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L'art. 1 della legge n. 68/1999 prevede che le: " persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile in conformità alla tabella indicativa delle percentuali di invalidità per minorazioni e malattie invalidanti approvata, ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 23 novembre 1988, n. 509 , dal Ministero della sanità" abbiano diritto al collocamento e al collocamento mirato che, ai sensi dell'art. 2 della stessa legge è definito come "quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione".


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