Per la Suprema Corte non basta a far scattare la sospensione dal servizio l'assenza di una giornata dal lavoro senza giustificazione. Il lavoratore aveva documentato solo due ore di visita ambulatoriale
di Redazione - Non si può sospendere dal servizio, con relativa perdita di stipendio, il lavoratore che si assenta per un giorno senza giustificazione. Così ha sottolineato la Cassazione, respingendo il ricorso di Poste nei confronti di un portalettere che si era assentato per un'intera giornata giustificando soltanto un paio d'ore per la visita in un ambulatorio medico e non producendo per il resto alcun certificato di malattia.

Ad avviso degli Ermellini, va confermata la decisione di merito che aveva sottolineato che il comportamento del lavoratore non rientrava "nell'ipotesi di simulazione della malattia o di altri impedimenti ad assolvere gli obblighi di servizio in assenza della prova della simulazione". Per il Palazzaccio, correttamente la Corte d'Appello di Milano aveva escluso "che la produzione di documentazione medica insufficiente ad attestare l'esistenza della malattia fosse sufficiente a dimostrare la simulazione della malattia medesima" ed aveva proceduto "a verificare se la condotta contestata potesse essere ricondotta ad una delle altre ipotesi sanzionate con l'irrogazione della sospensione dal servizio", escludendo tale evenienza.

In sostanza, hanno affermato da piazza Cavour, va condiviso il giudizio della corte milanese, secondo cui la condotta dell'uomo, per un'assenza "rimasta ingiustificata per alcune ore di un solo giorno lavorativo" non è di particolare gravità, considerando che "la norma collettiva indica tra le condotte sanzionabili con la sospensione l'assenza arbitraria per tre/sei giorni lavorativi".

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