Semplici criteri da seguire per affrontare una causa amministrativa contro la Prefettura avverso il diniego al decreto di guardia particolare giurata
Avv. Francesco Pandolfi - La Prefettura può mettersi di traverso e rendere la vita difficile a chi è prossimo all'assunzione presso un'istituto di vigilanza privata.

Per esempio, può dire no al rilascio del decreto di guardia particolare giurata perchè il richiedente ha avuto un piccolo precedente penale, magari approdato poi ad estinzione per prescrizione.

Si comprende che una situazione di questo tipo è delicata, dal momento che va per forza di cose ad incidere sulle aspettative di lavoro della persona.

La prima cosa da dire nel ricorso

Chiaro che l'interessato si muoverà subito per proporre il ricorso al giudice amministrativo: questo è fuori discussione, attesa la delicatezza degli interessi in gioco.

Il primo argomento da inserire è allora quello della carenza di istruttoria e di motivazione.

In effetti, se da una parte è vero che il Ministero ha a disposizione una notevole discrezionalità sul rilascio e sul controllo successivo delle autorizzazioni di polizia, specie dei titoli che abilitano gli istituti privati allo svolgimento di attività di vigilanza sul territorio con guardie giurate, dall'altra è puro vero però che le scelte amministrative non vengono sottratte al vaglio della magistratura.

Bisogna dunque insistere nel ricorso, sottolineando che:

1) l'istruttoria svolta dalla Prefettura, per reggere, doveva essere adeguata,

2) i fatti da essa valutati dovevano essere certi,

3) la motivazione data dalla Prefettura doveva essere esaustiva, tanto più che questa incide pesantemente sulla sfera giuridica ed economica del beneficiario.

Se dunque questi parametri (adeguatezza dell'istruttoria, certezza dei fatti, motivazione esaustiva) non sono stati rispettati, allora inserendo questo motivo il ricorso avrà elevate probabilità di accoglimento (cfr. Tar Salerno, sentenza n. 461 del 28.03.2018).

La seconda cosa da dire nel ricorso

Altro elemento chiave di questo ricorso è rafforzare il concetto di buona condotta della persona interessata, spiegando perchè la valutazione data dall'amministrazione non è corretta.

Su questo punto c'è da sapere che l'amministrazione può essere criticata quando non collega la buona condotta (e il ritenuto venir meno della stessa) a fatti e circostanze veramente gravi che pesano sul grado di moralità e sull'assenza di mende.

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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