di Gabriella Lax - Il diritto e la legge prendono forme tali da poter essere intellegibili da un numero sempre maggiore di fruitori, non necessariamente addetti ai lavori. Ci pensa "Legal design" ossia l'arte di realizzare forme di comunicazione e interazione per il miglioramento delle procedure legali. Un modo per chiarire i linguaggi ed anche il diritto anche tramite l'utilizzo di elementi grafici.
Legal design, la legge chiara, semplice ed attrattiva
L'obiettivo, come spiega associazionemagistrati.it, è mettere insieme la forma e l'utilizzo degli applicativi o delle procedure legali perché l'una (non impedisca) migliori l'altro.
Si tratta di un'attività che necessita dell'interazione di esperti di diversi settori: designer, avvocati, giuristi, programmatori: per facilitare la vita cittadini ed aziende. In sostanza cittadini più consapevoli con norme e procedure ben progettate. «Occorre dunque un design che nel portare la procedura legale su supporto informatico ne consideri attentamente la funzione e, come tutti i design, ne consideri l'aspetto non solo funzionale, ma anche seduttivo ed estetico. Dall'antesignano del legal design, il codice napoleonico, fino al moderno concetto propone il concetto del team finlandese (di Helena Haapio) di "Proactive law" ovvero la formazione delle persone, in ambito aziendale, l'obiettivo è sempre lo stesso la produzione di documenti che siano "semplici, chiari ma soprattutto attrattivi nei confronti dei destinatari"».
Come nel caso del termine design in generale, anche per il design legale l'attenzione è orientata nei confronti del fruitore, l'utilizzatore ossia utente oppure operatore o del servizio giustizia. Dunque un progetto assume valore solo se riesce a soddisfare i bisogni degli utenti e del Paese.
E anche in Italia il legal design potrebbe contribuire a una gestione efficace, snella e trasparente della giustizia, dunque riprogrammare tenendo presente i nuovi strumenti al passo coi tempi.
• Foto: 123rf.com