di Gabriella Lax - Una condanna "lieve" per abuso e l'ondata di proteste si propaga. Critiche e indignazione rimbalzano dalla Spagna per il cosiddetto caso "Manada": i cinque uomini, tra i 27 ed i 29 anni che, nel giugno 2016, hanno violentato in gruppo una diciottenne a Pamplona e che tra sei mesi potrebbero tornare in libertà perché assolti dall'accusa più grave di violenza sessuale. I giudici del tribunale di Pamplona, nella Navarra, giudicando il caso hanno stabilito che si trattò di un reato più lieve ossia solo "abuso". E' evidente nella legge spagnola la differenza tra abuso sessuale e stupro: il primo caso, infatti, esclude violenza o intimidazione.
Per il branco condannato a nove anni cade dunque l'accusa di violenza sessuale, per la quale la Procura aveva chiesto una condanna a vent'anni. Tra i cinque c'erano anche un agente di polizia ed un militare e avevano sempre sostenuto la tesi difensiva del consenso della ragazza che, nell'androne del palazzo dove erano avvenuti i fatti, non aveva reagito e non si era difesa.
Caso Manada, i fatti e la sentenza
I fatti risalgono a giugno 2016, all'inizio della settimana del festival di San Firmino a Pamplona. La giovane madrilena viene fermata dal branco che, inizialmente si offre di accompagnarla all'auto. La situazione degenera e, all'interno di un condominio, scatta la violenza di gruppo, che gli uomini riprendono con un cellulare. La ragazza tiene gli occhi chiusi tutto il tempo, viene lasciata seminuda all'ingresso del condominio. Soccorsa denuncia i suoi aggressori che vengono arrestati nel giro di poche ore. Proprio la mancata reazione della giovane e il fatto che uno degli aggressori fosse riuscito a baciarla, secondo i giudici, starebbe ad indicare la mancanza di coercizione violenta, tale da "ridurre" il reato da stupro a più semplice abuso. Addirittura uno dei giudici avrebbe chiesto per i responsabili un'assoluzione completa.
La procura aveva chiesto una condanna 22 anni e 10 mesi di reclusione per ognuno dei membri del branco e 100mila euro di risarcimento in totale. I giudici del tribunale hanno stabilito una pena da cinque a nove anni di carcere e il divieto di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla vittima e contattarla, per 15 anni. I cinque dovranno anche versare alla ragazza un indennizzo di 50mila euro.
Grazie alla sentenza i condannati potrebbero uscire dal carcere già tra sei mesi perché allora avranno scontato la quarta parte della pena poiché si trovano da giugno 2016 in carcerazione preventiva. Il caso non è chiuso perché la Procura generale della Repubblica di Navarra promette battaglia, in primis, con l'appello avverso la sentenza.
Inoltre il premier Mariano Rajoy ha fatto sapere, tramite il ministro della Giustizia, Rafael Català, che potrebbe esserci una revisione a livello del codice penale in relazione ai crimini di tipo sessuale.
Intanto le polemiche e le proteste continuano in tutta Europa e sul web e a prendere posizione è anche l'Onu che, tramite la portavoce ha sostenuto che la decisione ha sottostimato la gravità delle violenze, colpevolizzando di fatto le vittime.
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