L'Agenzia lamentava che i giudici d'appello avevano errato nel ritenere necessaria l'esplicitazione nella cartella di pagamento, peraltro redatta secondo l'approvato modello ministeriale, dei criteri di calcolo degli interessi, essendo gli stessi rigidamente predeterminati per legge.
Per gli Ermellini, invece, quanto sostenuto dalle Entrate si pone "in aperta contraddizione" con il principio giurisprudenziale, più volte ribadito (cfr. Cass. n. 8651/2009; Cass. n. 15554/2017), e dal quale non v'è ragione di discostarsi, secondo cui, «in tema di riscossione delle imposte sul reddito, la cartella di pagamento degli interessi maturati su un debito tributario dev'essere motivata dal momento che il contribuente dev'essere messo in grado di verificare la correttezza del calcolo degli interessi».
Cassazione ordinanza n. 10481/2018
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