di Valeria Zeppilli - Con l'ordinanza interlocutoria numero 21543/2018 qui sotto allegata, la prima sezione civile della Corte di cassazione ha rimesso alle Sezioni Unite il compito di dirimere una questione ad oggi assai dibattuta: la possibilità di variare unilateralmente i tassi dei buoni fruttiferi postali con decreto ministeriale.
Il dubbio
Il dubbio da sciogliere è stato oggetto di orientamenti contrastanti dell'arbitro bancario finanziario ed è privo di riscontri specifici in sede di legittimità.
Più precisamente, occorre comprendere se la variazione dei tassi di interesse possa essere fatta senza darne preventiva informazione agli investitori o se è necessario dare l'informazione tramite contratto e rendere poi disponibili le relative tabelle.
Questione di particolare importanza
La Corte di cassazione, nell'ordinanza interlocutoria in commento, ha dettagliatamente dato conto dei diversi orientamenti interpretativi che sono sorti attorno alla questione, ripercorrendo le ragioni a sostegno dell'uno e dell'altro e ponendo in evidenza l'urgenza di giungere a una soluzione chiara della problematica.
Infatti, l'investimento nei buoni fruttiferi postali, nel tempo, ha conosciuto una forte crescita, il che, unitamente alla serialità delle problematiche che derivano dalle diverse serie di emissione, fa presagire una massiccia presentazione di ricorsi in proposito.
Si tratta, insomma, di questioni di massima di particolare importanza ai sensi dell'articolo 374, comma 1, del codice di procedura civile. La remissione al primo presidente della Corte per l'eventuale assegnazione alle Sezioni Unite era pertanto inevitabile.
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Corte di cassazione testo ordinanza interlocutoria numero 21543/2018