Alcune indicazioni dell'analisi svolta dalla Corte dei Conti sulla progressività del sistema tributario IRPEF dal "Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2018"
di Roberto Paternicò - Poco significative potrebbero risultare le proposte di applicazione della "Flat tax" se non in un'ottica di revisione strutturale del sistema tributario IRPEF in relazione all'applicazione di detrazioni e deduzioni all'interno degli scaglioni legali d'imposta.

Una fonte d'incertezza per i singoli contribuenti che, a parità di reddito, possono essere chiamati a pagare una diversa imposta a seconda del riconoscimento o meno di specifiche esimenti. Una situazione che causa una perdita di trasparenza del sistema con l'utilizzo di detrazioni/deduzioni all'interno degli scaglioni legali d'imposta differenziandosi su base individuale o familiare.

L'analisi della Corte dei Conti

Dall'analisi svolta dalla Corte dei Conti si rileva che il criterio della progressività d'imposta in Italia ha una sua effettiva applicazione, considerando che oltre il 35% del gettito è assicurato da meno del 5% dei contribuenti (ultimi due scaglioni di imposta: da 55.000 a 75.000 euro e oltre 75.000 euro), mentre il 44 % dei soggetti rientranti nel primo scaglione contribuisce invece al gettito per poco più del 4%.

Una netta prevalenza di redditi bassi (il valore mediano della distribuzione è appena di 16mila euro, quello medio di 21mila) e la scarsa presenza di redditi medio-alti e alti comporta un'ampia platea di coloro che dovrebbero beneficiare del processo redistributivo, ma pochi coloro che possono contribuire ad esso. Nei dati che emergono, in relazione alla progressività d'imposta, circa l'80% dai contribuenti con redditi inferiori a 29mila euro (primi due scaglioni d'imposta) usufruiscono di aliquote più basse e detrazioni più elevate attestandosi al 14,4% delle corrispondenti aliquote medie effettive. I contribuenti rientranti nel terzo scaglione di imposta (28-55mila euro, fascia anch'essa ampia) sembrano, invece, essere particolarmente svantaggiati dovendo subire il massimo balzo di aliquota legale (+11 punti) e la massima riduzione sul totale delle detrazioni (-28 punti). Un onere improprio viene, quindi, caricato su redditi medi e medio-bassi.

"Di fatto, l'intervento all'interno degli scaglioni legali di imposta non è parte di una strategia organica, ma risultato di una stratificazione di interventi spesso fra loro disomogenei, a cominciare dal fatto per essi sono state utilizzate scale di progressività diverse. Con alcuni paradossi evidenti quali la minore incidenza degli assegni familiari, o del bonus da 80 euro, per i contribuenti del decile più basso della distribuzione del reddito".

Per non violare il criterio di progressività si dovrebbero riconoscere deduzioni e detrazioni decrescenti al crescere del reddito, indipendentemente dal livello e dalla numerosità delle aliquote formali d'imposta. Al contrario, il passaggio a un'aliquota unica (flat tax) se non ponderata, potrebbe comportare una riduzione del grado di progressività del sistema e provocare una perdita di gettito complessivo. Su questi aspetti occorrerebbe riflettere.

Vai alla guida Flat tax: cos'è e come funziona

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Foto: 123rf.com
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