di Luca Passarini - Lo stato dittatoriale e in generale quello autoritario, si colloca nello schema più ampio dei regimi non democratici. Da un lato si assiste a una chiara esaltazione della collettività nazionale, mentre dall'altro si sente come necessaria la figura di un "capo carismatico", che rappresenti la nazione. Considerato il termine dittature in senso generale, questo può comprendere quali realizzazioni pratiche l'autoritarismo, il cesarismo, il totalitarismo.
- Cos'è la dittatura
- Caratteri di uno stato dittatoriale
- Dittatura quale degenerazione della forma di stato liberale
- Le dittature oggi
Cos'è la dittatura
[Torna su]
In una dittatura il potere politico appartiene a un singolo organo (monocratico o collegiale ristretto) che si presenta il più delle volte superiore alle stessi leggi e alla costituzione del paese. È un potere il più delle volte imposto con la forza sui consociati, che fa sì che venga svolta un'opera di repressione del dissenso politico e dell'opposizione. Forme di dittatura sono rinvenibili in ogni tempo storico: dai romani (si pensi alla dittatura di Cesare), nominato dai consoli su proposta del senato, alle dittature moderne (specie conseguenti alle rivoluzioni borghesi, in Inghilterra con la politica di Cromwell, in Francia con il Regime del terrore) fino ad arrivare alle dittature del novecento.Caratteri di uno stato dittatoriale
[Torna su]
Caratteri fondamentali di uno stato autoritario sono allora la limitazione e la negazione del principio della separazione dei poteri. La separazione stessa viene critica perché compromette l'efficienza decisionale delle istituzioni. Ancora, carattere proprio degli stati autoritari è l'individuazione del potere che può svolgere funzione di controllo e di coordinamento degli altri poteri (e spesso si sottolinea essere l'esecutivo il potere che diventa preminente rispetto agli altri).
Dittatura quale degenerazione della forma di stato liberale
[Torna su]
Spesso testimonia la storia, il regime autoritario si instaura in uno stato che è democratico, il nuovo regime si impone infatti con l'ambizione solo successiva di diventare autoritario (esempi in Europa sono appunto la Germania 1934-45, la Spagna 1938, e l'Italia 1922-43). Il fascismo non è nato con i caratteri autoritari, è stata un'evoluzione progressiva, che muove da un'idea interventista non liberale e che solo nella seconda fase assume i noti tratti autoritari.
Secondo una concezione dottrinale molto accreditata la forma autoritaria può essere considerata come una delle due forme di degenerazione dello stato liberale ottocentesco, accompagnata dalla forma socialista. Nei paesi economicamente e democraticamente solidi, le guerre mondiali non hanno condotto a una colpevolizzazione della forma di stato liberale, (es USA, UK, FR), qui non si è addebitata la responsabilità della crisi economica e politica alla natura dello stato liberale. In altre parti dell'Europa e dell'America latina sono invece stati messi in discussione i caratteri stessi dello stato liberale, imputando a questi l'avvento di dittature e di crisi nazionali.
Occorre rilevare che attualmente ci si riferisce con il termine di totalitarismi certamente al regime nazista e a quello sovietico, mentre secondo buona parte della dottrina è improprio applicarlo tout court al fascismo italiano, esistendo fin dalle origini una seppur debole e repressa opposizione al regime che ha però segnato nella fase finale il trionfo definitivo sul fascismo e la liberazione dello Stato.
Le dittature oggi
[Torna su]
Si segnala infine che, se la fase dei totalitarismi (quale controllo capillare ed effettivo della società in tutti gli ambiti di vita, imponendo l'assimilazione di un'ideologia di fondo) si può considerare tramontata, così non si può dire invece per l'autoritarismo o per altre forme di dittature. Forme in cui il potere è esercitato da un partito egemone sulla scena politica, non limitato né dalle opposizioni parlamentari né dalla carta costituzionale, o dalla figura di un dittatore sono tuttora presenti, soprattutto in Africa, Asia ed Europa orientale (nello specifico si pensi al cosiddetto Autoritarismo apolitico privo di una vera e propria base ideologica come possono esser le dittature militari presenti in America Latina, o all' Autoritarismo rivoluzionario proprio di alcuni regimi islamisti o teocratici come quello talebano in Afghanistan). Ancora si può evidenziare l'attuale contrazione evidente di alcune forme liberali nella forma autoritaria , comportando un recupero sostanziale degli autoritarismi seppure in un contesto formalmente liberale; a questo proposito si parla oggi preferibilmente di democrazie illiberali. Queste pseudo democrazie hanno dato vita a sistemi nel quali si tengono regolarmente elezioni o forme di partecipazione diretta, ma i cittadini sono completamente esclusi dall'esercizio effettivo del potere statale, i diritti fondamentali e le libertà civili sono garantiti sulla carta, ma fortemente limitati nella realtà. Esempi attuali sono certamente le democrazie illiberali presenti in Russia, in Polonia, in Turchia, Ungheria, Iran… Il governo democratico illiberale impone nell'esercizio del proprio potere una contrazione delle libertà costituzionali, limitando libertà come quella di parola o di assemblea o di stampa, così da scoraggiare l'insorgenza di contestazioni o di opposizione. Il potere viene accentrato e le autonomie locali scoraggiate.
Leggi anche Le forme di governo
Bibliografia:
L. Mezzetti, Manuale breve di diritto costituzionale, Giuffrè editore
G. De Vergottini, Diritto costituzionale comparato, Cedam
A. Barbera, C. Fusaro, Corso di diritto costituzionale, il Mulino
• Foto: 123rf.com