Avv. Francesco Pandolfi - Nel novembre 2016 la Direzione Generale per il Personale Militare del Ministero della Difesa, prendendo spunto da precedenti circolari del 2000 e 2009, ha illustrato le disposizioni aventi lo scopo di regolamentare il procedimento di dispensa per inidoneità a disimpegnare le attribuzioni del grado, ovvero per scarso rendimento, aggiornando le regole in materia di scarso rendimento (1).
Vediamo dunque, in sintesi, i capisaldi di questa particolare disciplina:
- Quali sono le fonti normative?
- Che cos'è lo scarso rendimento?
- A cosa serve la dispensa dal servizio?
- Che cos'è l'ammonizione?
- La proposta di dispensa
- Quali sono i diritti del militare interessato?
- Garanzia di terzietà del procedimento
- Il provvedimento finale
- Gli argomenti dei ricorsi
Quali sono le fonti normative?
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Il rapporto di impiego può cessare per scarso rendimento.
L'art. 923 co. 1 C.O.M. lo contempla espressamente tra le cause di cessazione del rapporto.
A mente dell'art. 932 C.O.M., il militare che dia scarso rendimento è dispensato dal servizio permanente e collocato nella categoria della riserva.
Che cos'è lo scarso rendimento?
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Si tratta di un modo per esprimere il rendimento inaccettabile sul lavoro. Questa è la sostanza della regola; poi, la coesistenza di eventuali procedimenti penali e/o disciplinari potrà dare un'ulteriore cornice valutativa, da aggiungersi alla primaria valutazione dell'improduttivo modo di operare.
A cosa serve la dispensa dal servizio?
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L'Ordinamento non tollera una lesione dei superiori interessi pubblici del buon andamento dell'amministrazione e dell'efficienza delle Forze Armate.
Pertanto, tutte le volte in cui l'Amministrazione militare avrà riscontrato con sufficiente grado di certezza un rendimento ripetutamente insufficiente, verrà dato avvio a questo procedimento, di natura non disciplinare.
La dispensa dal servizio serve dunque a rimuovere la causa che impedisce il corretto funzionamento dell'apparato amministrativo, restituendo efficienza alla Forza Armata di appartenenza.
Che cos'è l'ammonizione?
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L'ammonizione è un provvedimento adottato dall'amministrazione, la quale reagisce allo scarso rendimento del proprio dipendente attraverso un atto formale.
L'ammonizione viene posta in essere quando il militare abbia avuto valutazioni caratteristiche della qualifica di "inferiore alla media" o di "insufficiente".
Come può recuperare il dipendente?
Se, passato un anno dall'ammonizione il militare riporta la qualifica o il giudizio di "insufficiente", a quel punto l'Ente di appartenenza valuta se esiste la possibilità di recupero del dipendente, rinnovando l'ammonizione scritta ed aspettando i risultati dell'ulteriore valutazione per sondare ulteriormente le reali possibilità di recupero.
Oppure può avviare il procedimento di dispensa, nei casi in cui l'insufficienza del rendimento sia riferita ad un periodo non inferiore a 12 mesi di servizio, successivo all'ammonizione.
La proposta di dispensa
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La prima azione che compie il Comando, se e quando ravvisi gli elementi per procedere, sarà la comunicazione di avvio del procedimento, redatta in conformità ad apposito modello.
Quali sono i diritti del militare interessato?
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Importante sottolineare che il militare destinatario della comunicazione può esercitare l'accesso agli atti del procedimento e presentare memorie scritte e/o documenti entro 120 giorni dall'avvio del procedimento.
Altresì può presentare una richiesta di audizione presso la Commissione di Avanzamento entro 60 giorni dall'avvio del procedimento.
La trasmissione della proposta
La seconda azione che pone in essere il Comando è la trasmissione della proposta, unitamente a copia della documentazione caratteristica e matricolare oltre alle ammonizioni scritte, al Comando Superiore in via gerarchica per acquisirne il parere.
Segue, via via, l'inoltro del parere sulla scala gerarchica a vari livelli, che culmina con l'emissione del parere dell'Ente retto da un Generale di Corpo d'Armata o grado corrispondente.
Garanzia di terzietà del procedimento
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L'esistenza di una Commissione di Avanzamento, organo terzo rispetto alla catena gerarchica proponente, garantisce i diritti difensivi del militare, oltre alla trasparenza dell'azione amministrativa intrapresa.
Ultimata la raccolta di tutta la documentazione necessaria a completare l'istruttoria (audizione del militare e memorie difensive), la Commissione invia la proposta di dispensa, insieme al proprio parere, alla Direzione Generale per le decisioni di competenza.
Il provvedimento finale
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Il procedimento ha fine con in decreto di cessazione dal servizio permanente, a cura della D.G.P.M.
I termini del procedimento
L'intero procedimento ha la durata di 180 giorni, che decorrono dalla comunicazione dell'avvio del procedimento.
Gli argomenti dei ricorsi
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Un dato che emerge nelle sentenze rese dai giudici amministrativi in questa delicata materia è quello per il quale l'Amministrazione si determina a risolvere il rapporto d'impiego quando valuta negativamente le capacità del dipendente di soddisfare le esigenze del servizio, ciò indipendentemente dalla sussistenza di violazioni disciplinari commesse.
Si ritiene, dunque, non necessario ai fini dell'adozione della dispensa dal servizio un curriculum disciplinare corposo, ma è sufficiente che sussistano "fatti inequivocabili" che attestino l'incapacità dell'impiegato di fornire un livello normale di rendimento.
L'indagine, pertanto, dovrà focalizzarsi appunto sui "fatti inequivocabili", con l'intento di verificare -a fini difensivi- l'esistenza o meno degli stessi.
Tali fatti sono rappresentati, per esempio, dai reiterati giudizi di "inferiore alla media" e "insufficiente" nello svolgimento del servizio: a tal proposito è interesse del dipendente impugnare questi giudizi ogni qual volta essi si presentino, ovviamente per mezzo di valide motivazioni.
Sempre a fini difensivi nell'interesse del militare raggiunto da tale provvedimento, sarà opportuno contestare l'asserita ripetitività dei comportamenti negativi, a fronte di ammonizioni ed inviti rivolti al dipendente tendenti a modificare i propri atteggiamenti.
In ultima analisi, in tema di giudizio di "scarso rendimento" la Legge affida alla competente Autorità militare una valutazione globale del rendimento e della personalità del militare, ivi compresi gli aspetti relativi alla buona condotta e all'attitudine, oltre che al rendimento stesso.
(1) Per espressa disposizione contenuta nella circolare della Direzione Generale del 14.11.2016, le precedenti circolari del 2000 e del 2009 risultano abrogate.
La circolare abrogativa è consultabile sul sito istituzionale www.persomil.difesa.it della Direzione Generale.
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