di Luca Passarini - Partendo da una sintetica definizione di sistema elettorale, si realizza il confronto con la nozione di formula elettorale. A questa distinzione si aggiunge una prima distinzione tra sistema elettorale proporzionale e sistema elettorale maggioritario, e le tipologie più note di espressione del voto popolare.
Vediamo, dunque, cosa sono i sistemi elettorali e la loro classificazione:
Cos'è il sistema elettorale
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Con sistema elettorale si intende di per sé una nozione ampia, non limitata al modello di traduzione dei voti in seggi, indicando in realtà tutto il complesso di norme che riguardano l'individuazione dell'elettorato attivo e passivo, la formula elettorale in senso stretto, la disciplina delle campagne elettorali, gli strumenti di controllo esterni (svolti cioè dagli organi di giustizia costituzionale) o interni sulla procedura elettorale; la disciplina della modalità della indizione delle elezioni, le modalità tecnico-operative di esercizio del voto, le modalità secondo le quali si presentano le candidature (liste aperte o bloccate), la disciplina del finanziamento delle campagne elettorali, il procedimento elettorale nelle altre sue fasi fino allo scrutinio con interpretazione e conteggio dei voti espressi, così come le modalità di surroga dei proclamati eletti, che cessino dalla carica.
La formula elettorale
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È invece con la nozione di formula elettorale che si fa riferimento al meccanismo concreto per tradurre in voti i seggi: l'insieme di norme e procedure che disciplinano lo svolgimento regolare di consultazioni elettorali, libere, competitive, pluraliste, aperte alla generalità di cittadini e che permettono di trasformare i voti espressi dal corpo elettorale in seggi interni agli organi. Si realizza in questo modo lo strumento di democrazia rappresentativa per eccellenza. Una formula elettorale può prevedere per esempio l'elezione di un organo monocratico ovvero collegiale, potrà essere basata su un modello maggioritario o proporzionale, ovvero misto.
La classificazione dei sistemi elettorali
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Indagata la differenza tra sistema elettorale e formula elettorale e l'importanza dell'espressione del voto popolare, occorre adesso considerare la differenza che esiste tra il sistema proporzionale e quello maggioritario, indicando per entrambi i casi i caratteri tipici della formula elettorale, la rilevanza delle dimensioni del collegio, le eventuali clausole di sbarramento, l'ampiezza complessiva del corpo elettorale, le ipotesi di distorsioni nell'individuazione dei candidati, i rapporti che si vengono a creare tra i partiti.
I tre caratteri
La classificazione dei sistemi elettorali si concentra sull'analisi di tre caratteri:
a) la formula elettorale, quale meccanismo di trasformazione dei voti in seggi (rectius formula matematica di attribuzione dei seggi in base ai voti ottenuti da ciascun candidato o partito);
b) le dimensioni della circoscrizione (numero di rappresentanti da eleggere per ciascun territorio);
c) le soglie elettorali (necessariamente da superare per ottenere un seggio), cioè lo sbarramento in termini di percentuali di voti, che viene imposto ai partiti per ottenere la rappresentanza.
Il sistema maggioritario e il sistema proporzionale
Solitamente qualsiasi trattazione sui sistemi elettorali, comincia indicando la presenza di due modelli di sistemi elettorali, il maggioritario e il proporzionale.
Le liste elettorali
Le liste elettorali possono essere poi aperte (i candidati sono scelti dall'elettore mediante l'espressione di preferenze, consente un voto libero, diretto ed eguale) oppure bloccate (sono i partiti che decidono l'ordine dei candidati e non c'è possibilità di modifica da parte degli elettori). In entrambi i casi ci sono dei punti a favore e dei punti contro e occorre sempre contemperare il rischio del voto di scambio con il voto a soggetti sgraditi agli elettori.
L'unico sistema proporzionale che non utilizza una lista di partito è il voto singolo trasferibile che consiste in un sistema proporzionale incentrato sull'ordinamento di preferenza dei candidati (voto ordinale), utilizzato in collegi plurinominali. I candidati che superano una determinata quota di voti di prima preferenza sono immediatamente eletti. Nei conteggi successivi, i voti dei candidati eliminati ed i voti avanzati dei candidati eletti sono riassegnati ai candidati rimanenti fino a quando tutti i seggi sono assegnati. Esempi di voto trasferibile sono l'Irlanda e Malta.
Le circoscrizioni territoriali
Sulle formule elettorali molto incidono poi le ripartizioni in circoscrizioni territoriali. I votanti sono ripartiti in circoscrizioni territoriali che tendono a dividere il territorio nazionale in quote equilibrate di votanti, consentendo l'elezione di uno o più candidati per circoscrizione in base al numero di seggi attribuiti. Fenomeni come il ritaglio dei collegi compiuti ad hoc per incidere sensibilmente sull'esito e sull'espressione del voto (cosiddetto gerry mandering) o di malaportionament per il caso in cui la divisione dei seggi tra i collegi non sia proporzionale ma involontariamente, trasformano sicuramente l'applicazione della formula stessa.
Bibliografia:
- G. De Vergottini, Diritto costituzionale comparato, CEDAM, 2015
- L. Mezzetti, Manuale breve di diritto costituzionale, GIUFFRE', 2018
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