A causa della contraffazione sono 88mila i posti di lavoro che si perdono nel nostro Paese ogni anno. I numeri pubblicati dall'Euipo e dall'Ocse

di Gabriella Lax - La contraffazione costa ogni anno al nostro Paese circa 88mila posti di lavoro che si perdono. Questi sono i numeri raccolti dall'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) e dall'Ocse, contenuti nell'ultimo Rapporto sulla contraffazione, riferiti al 2016.

Contraffazione: 88mila posti di lavoro in meno

In Italia, ogni 12 mesi, vengono persi 88 mila posti di lavoro, ossia il 2,1% del totale degli occupati a tempo pieno nei settori coinvolti. Così il mancato gettito fiscale dal commercio all'ingrosso e al dettaglio equivale a 4,3 miliardi di euro, e un mancato pagamento di diritti di proprietà intellettuale ai legittimi titolari italiani per altri 6 miliardi, superando così i 10 miliardi di perdita annua, come riporta La Stampa. Il 15,1% del valore dei beni sequestrati contraffatti a livello mondiale sia a danno di marchi registrati in Italia, un dato che pone il Bel Paese al terzo posto di questa classifica, alle spalle di Stati Uniti (con il 24%) e Francia (16,6%), seguono Svizzera, Germania e Giappone.

Contraffazione, le calzature tra le merci più falsificate

Tra i marchi quelli italiani sono tra quelli più falsificati e dunque danneggiati. E le merci più falsificate e con più mercato troviamo le calzature; a seguire orologi, profumi, pelletteria, occhiali da sole: tutti ambiti nei quali il Made in Italy è ancora capofila.

Di conseguenza l'Italia è uno dei paesi tra i più colpiti dai prodotti falsi, che arrivano da diverse e complesse rotte internazionali, utilizzando punti di scambio alle frontiere. I dati si riferiscono a quasi mezzo milione di confische doganali, e non tengono dunque conto dei prodotti falsi che vengono realizzati e venduti all'interno dello stesso Stato, e nemmeno di quelli distribuiti via Internet e deep web. Il valore dei falsi, scambiati a livello internazionale, è stimato in circa 460 miliardi di euro, e la quota dei prodotti contraffatti nel commercio mondiale è aumentata dal 2,5% del 2013 al 3,3% del 2016. Il rapporto Euipo-Ocse afferma che i prodotti contraffatti provengono da tutte le economie del mondo: la Cina continua a essere il primo tra i Paesi di origine o passaggio delle merci contraffatte coprendo quasi il 60% del totale, seguita da Hong Kong (Paese prevalentemente di transito dei beni), Turchia. la città-stato di Singapore, la Tailandia, l'India e la Malaysia.


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