Revenge porn: la diffusione di un fenomeno aberrante che però ancora non conosce una legge ad hoc per contrastarlo
di Cecilia Marani - E' difficile pensare di essere nel 2017 e di essere civili, quando si viene a conoscenza di fenomeni tristemente diffusi come il 'revenge porn'.

Il 'revenge porn' è un fenomeno che non si può inquadrare, si staglia tra il cyberbullismo e la violenza, la peggiore possibile. Consiste nel diffondere immagini o video intimi che ritraggono il proprio ex partner, rendendo pubblici momenti che sarebbero destinati a restare custoditi tra le lenzuola.

Le vittime sono quasi esclusivamente donne, ma ciò non esclude la presenza di uomini in questa posizione.

Ciò che spinge alla pubblicazione di questo materiale, è facilmente intuibile: vendetta nei confronti di chi si amava, ma una vendetta squallida, che rende le vittime degli oggetti pubblici, che sconsacra l'intimità, rende i soggetti mire di derisione, volgarità, e tale mercato è in continua crescita soprattutto sui social network.

Un fenomeno aberrante che però non conosce ancora una legge ad hoc - nonostante sia stato avviato nei mesi scorsi in Parlamento l'esame di una proposta di legge che vuole introdurre un nuovo reato nel codice penale (leggi: "Fino a 3 anni di carcere per chi pubblica online foto e video hard") e che non è solo una violazione della privacy, ma molto di più: una violenza vera e propria che però non lede il fisico, non graffia la pelle, ma qualcosa di più profondo. E' per questo motivo che le vittime cadono facilmente in gravi depressioni che possono sfociare in gesti estremi.

La lotta ad un simile reato deve partire dall'educazione, dal far comprendere fin dalla tenera età l'importanza del rispetto verso il prossimo, una risposta che si lega essenzialmente ad una civilizzazione, che è già in corso.

Dal punto di vista del reato in quanto tale, sicuramente dovremmo dare uno sguardo alle scelte dei paesi che si sono già dotati di una normativa. Israele per esempio ha considerato il 'revenge porn' un reato di tipo sessuale, una soluzione sicuramente interessante, ma non possiamo certo astrarre il concetto dal substrato sociale e giuridico che lo sorregge.

In Italia, i reati sessuali, generalmente, sono dotati di un'alta componente fisica e materiale, che nel caso del 'revenge porn' non è possibile ravvisare, eppure il reato è estremamente doloroso per la vittima e tragicamente collegato alla sfera sessuale.

La soluzione a questa lacuna del nostro ordinamento può giungere sicuramente grazie all'apporto della giurisprudenza, da sempre attenta nel creare soluzioni a problematiche recenti, restando aderente alle evoluzioni socio-culturali che investono il nostro paese.

Importante è poi garantire il giusto sostegno alle vittime, aiuti e supporti psicologici affinché chi ha subito questo grave affronto possa riprendersi e soprattutto ricominciare ad acquistare fiducia nei confronti del prossimo comprendendo soprattutto che la colpa è di chi commette il reato e non di chi lo subisce e che nessun atteggiamento o modo di essere potrà mai giustificare simili bassezze umane.

Leggi anche: "Foto osé della ex in rete per vendetta: è boom"


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