Il caso
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Una recente pronuncia, la n. 216 dell'11.04.2019 del Tar Reggio Calabria Sezione 1, rifocalizza l'attenzione proprio sul tema dell'avvicinamento del militare al nucleo familiare in presenza di minori da assistere e tutelare.
La sentenza di cui parliamo accoglie il ricorso di un Agente della Polizia di Stato, al quale il Ministero dell'Interno ha negato il predetto avvicinamento, impedendo così l'assistenza alla figlia minore di tre anni.
La soluzione
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Il Tar, come anticipato, decide di accogliere la domanda di annullamento proposta dal dipendente.
Vediamo perché.
Il principio di fondo su cui ribatte il Collegio di Magistrati è quello per cui il nostro Ordinamento accorda un regime di particolare favore per il genitore dipendente e per il figlio minore, in ossequio a norme di rango comunitario e costituzionale che presidiano la delicata fattispecie.
La disposizione, a parere dell'attento Collegio, risulta pacificamente applicabile anche al personale delle forze di polizia; ogni eventuale limitazione nell'applicazione del beneficio a favore del dipendente va sorretta da una motivazione stringente, che faccia capire chiaramente le ragioni che inducono a ritenere prevalenti le esigenze di servizio rispetto al bisogno assistenziale posto a base della richiesta di assegnazione temporanea.
Si segnala, con l'occasione, che la pronuncia 216 in commento, pubblicata in data 11.04.2019, segue la pubblicazione del 21.03.2019 della sentenza n. 1896 del C.d.S., che risulta stranamente di segno contrario.
In pratica
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L'Amministrazione, nel motivare il diniego, non può riferirsi ad ordinarie esigenze di servizio del militare; deve invece fornire spiegazioni circostanziate sulle conseguenze date dalla sostituzione del dipendente.
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