Sia la legislazione nazionale sia le fonti internazionali cercano di tutelare i bambini e i ragazzi dalla pornografia, come possibili soggetti attivi o passivi.
La storica Lucetta Scaraffia denuncia: "[…] siamo comunque circondati da manifesti che ci invitano a comprare oggetti di ogni genere, propagandando ogni tipo di prodotto allo stesso modo, cioè con giovani donne molto sexy e poco vestite che promettono implicitamente un orgasmo a chi acquisterà il prodotto in questione. Perché oggi ogni forma di soddisfazione di un desiderio acquista subito una forma sessuale, per essere convincente la pubblicità lo deve apparentare a quella soddisfazione lì. Suggerendo sottilmente l'idea che il piacere provato nell'acquisto supera di molto quello di tipo erotico e ha il vantaggio, a differenza di quest'ultimo, di essere accessibile a persone che per età o motivi vari si vedono preclusa la soddisfazione erotica". Il sesso fa parte della persona, completa la persona, fa emozionare ed esprimere la persona, invece la pornografia è mercificazione, reificazione, volgarizzazione, brutalizzazione del sesso e conseguentemente della persona.
La pornografia e anche una certa pubblicità a continuo e inopportuno sfondo sessuale contribuiscono all'ipersessualizzazione di ragazzi e ragazze con danni sulla salute, non solo sessuale, come tempesta ormonale, precoci rapporti sessuali, aborti in età precoce, uso precoce della "pillola del giorno dopo" sino a dipendenze da non sostanze o disturbi parafilici come descritti nel DSM-V (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders). Bisogna parlare e "comunicare" in famiglia sul sesso e sulla pornografia per prevenire dipendenza da sesso o sessuomania e non ritenere scontato che i figli vengano già a conoscenza e nella maniera adeguata di questa sfera a scuola o nel gruppo dei pari. "La salute è creata e vissuta dalle persone all'interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama" (dalla Carta di Ottawa per la Promozione della Salute, 1986). Nel report finale di un'indagine ad opera del MOIGE, Movimento Italiano Genitori si rileva: "Dimensione dell'"influenza che il sistema familiare, amicale e scolastico hanno sul comportamento": emerge che, in generale, la pornografia non è un argomento molto trattato a casa e a scuola. Quindi, nonostante la pornografia non sia più considerata un tabù, come affermato in precedenza, i dati dimostrano che vi è ancora un certo pudore nel parlarne. In tal modo, vengono sottovalutati i rischi psicologici connessi a un'ipersessualizzazione dei minori. Infine, il gruppo non sembra avere un ruolo importante nella decisione di guardare materiale pornografico, ma solo nel fornire informazioni su come accedervi, ciò concorda con la tendenza dei giovani a fruire di foto e video pornografici da soli e non in situazioni sociali"[1].La sessualità non è né pornografia né virtualità, né sessuomania né sessuofobia, ma personalità, linguaggio e comunicazione, dire e dare di sé. Gli adulti devono educare a questo - e forse più che in altri campi - con l'esempio della loro vita. La sessualità è componente di quello sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale che deve essere garantito ad ogni fanciullo (art. 27 Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia), che deve essere garantito ancor di più a fronte di stimoli e insidie che possono provenire dal web.
Come mette in guardia l'economista gesuita GianPaolo Salvini: "Particolare importanza riveste tutto il mondo del web, perché è ovvio che gli e le adolescenti utilizzano la rete anche per conoscersi e per sperimentare la propria sessualità, pensando di poter gestire anche l'interazione sessuale con persone sconosciute, con conseguenze a volte molto dolorose, anche perché non sempre l'adulto rivela la propria identità o le proprie intenzioni. L'avvento degli smartphone ha messo a disposizione di tutti/e questo mondo di possibilità, ma non tutti/e dispongono delle competenze digitali necessarie per utilizzare gli strumenti e le possibilità a disposizione, massimizzando i benefici e minimizzando i rischi".
Massimizzare i benefici e minimizzare i rischi a tutela della salute propria e altrui, ciò che si legge anche in "Creare ambienti favorevoli" della Carta di Ottawa per la Promozione della Salute: "Le nostre società sono complesse e interdipendenti, e non è possibile separare la salute dagli altri obiettivi. Gli inestricabili legami che esistono tra le persone e il loro ambiente costituiscono la base per un approccio socio-ecologico alla salute. Il principio guida […] è la necessità di incoraggiare il sostegno e la tutela reciproci: prendersi cura gli uni degli altri, delle nostre comunità e del nostro ambiente naturale". L'adolescenza, date le sue peculiarità, richiede ancor di più "un approccio socio-ecologico alla salute". Gli esperti riferiscono: "Donald Hilton Jr, della University of Texas Health Science Center, ha parlato dell'influsso della pornografia sul funzionamento del cervello: quanto prima il bambino è esposto a immagini pornografiche, tanto prima sarà influenzato da un determinato immaginario, sopraffatto da emozioni che non è in grado di elaborare e digerire. Da questo punto di vista, è interessante notare come l'adolescenza inizi con sempre maggiore anticipo. […] per contro, lo sviluppo del cervello e del senso di responsabilità continua a seguire le consuete tempistiche, quando addirittura non risulta posticipato: si registra cioè una maturità del corpo molto precoce, alla quale non corrisponde la maturità relazionale e cognitiva, la consapevolezza della propria identità e della propria vita sessuale. Questo contrasto è preoccupante, perché i minori agiscono sessualmente, ma non si rendono conto di ciò che stanno facendo. Il nostro compito deve essere quello di favorire una maggiore integrazione tra lo sviluppo fisico e l'etica"[2].
Lo psicoterapeuta Alberto Pellai spiega: "La pornografia fornisce un'eccitazione immediata, ma svuota la sessualità di ogni significato emozionale e relazionale. La trasforma in un'attività orientata unicamente alla ricerca di un piacere immediato dove l'altro non è un soggetto da amare, bensì un oggetto da usare. Noi padri abbiamo il dovere di condurre una vita "porn-free", così da testimoniare ai nostri figli che, pur di fronte a un'offerta sempre più smisurata e accessibile di materiale vietato ai minori, siamo in grado di gestire la nostra sessualità orientandola a valori e significati che non rispondono a principi puramente pulsionali e istintuali". I padri hanno un ruolo fondamentale, anche nell'educazione sessuale e nella prevenzione dell'uso di pornografia e dell'eventuale dipendenza da quella online (sempre più diffusa), perché l'educazione è esempio, è essere ed esserci. La paternità è etimologicamente, ontologicamente e antropologicamente in contrasto con la pornografia in senso lato. La paternità così intesa consente e favorisce il rispetto dei diritti della bambina, come formulati nella Nuova Carta dei diritti della bambina, approvata il 30 settembre 2016 (in particolare negli articoli 2 e 9), e specularmente quelli del bambino. L'art. 2 della nuova Carta dei diritti della bambina recita: "Ogni bambina ha il diritto di essere tutelata da ogni forma di violenza fisica o psicologica, sfruttamento, abusi sessuali e dalla imposizione di pratiche culturali che ne compromettano l'equilibrio psico-fisico"; e l'art. 9: "Ogni bambina ha il diritto di non essere bersaglio, né tanto meno strumento, di pubblicità per l'apologia di tabacco, alcol, sostanze nocive in genere e di ogni altra campagna di immagine lesiva della sua dignità". La pornografia è anche una violazione delle donne bambine, nella loro immagine e integrità presente e futura. "Mary Anne Layden, della University of Pennsylvania, ha fatto notare che la pornografia veicola immagini di una relazione tra i sessi che mostra un maschio dominante e una femmina sottomessa, che invia un messaggio secondo il quale alla donna piacerebbe essere umiliata, soffrire; la diffusione della pornografia ha innescato il diffondersi di pratiche sessuali che infliggono dolore alla donna"[3].
Il sociologo Francesco Belletti dichiara: "Alle nuove generazioni serve un accompagnamento educativo, relazionale, ma la vera sfida è offrire una diversa visione della persona e della sessualità, soprattutto agli adolescenti. Non ci si può limitare ad offrire pur importanti indicazioni tecniche-illustrative, quasi manualistiche (come funzionano gli organi sessuali, come non contrarre malattie sessuali, come non avere gravidanze indesiderate…), ma serve la riscoperta della bellezza e della potenza della sessualità come sfera espressiva suprema della persona, come ponte relazionale con l'altro, come codice comunicativo di dono e di legame reciproco. Serve educare i sentimenti, gli affetti, i progetti, insieme alle relazioni erotiche e genitali. Perché «fare l'amore» è prima di tutto abbracciare completamente l'altro, donando se stesso. E questo bisogna comunicare, contro una cultura consumistica che rischia di incenerire la bellezza della sessualità in un consumo egoistico, fine a se stesso, che lascia, in ultima analisi, solo l'«amaro in bocca»"[4]. Con i giovani bisogna usare un linguaggio chiaro, diretto, essenziale e che li desti, che li colpisca non per farli affondare ma per farli approfondire, che susciti la curiosità ma non (solo) i pruriti: così per il sesso. Quella chiarezza di linguaggio che emerge dalla Carta europea dei diritti del fanciullo (Risoluzione A3-0172/92) nel punto 8.32: "il fanciullo dovrà esser protetto dalle malattie sessuali e ricevere a tal fine le necessarie informazioni; inoltre deve avere accesso all'educazione in materia sessuale e all'assistenza medica necessaria anche per quanto riguarda le misure intese al controllo delle nascite, nel rispetto delle convinzioni filosofiche e religiose". "Educazione in materia sessuale", perché la componente sessuale è materia (da "mater") di vita e riguarda la sfera più intima e nobile dell'essere umano tanto che nell'atto normativo si parla di convinzioni filosofiche e religiose (si pensi anche al significato etimologico di "vagina" che deriverebbe da "vaso" o "vuoto"). La pornografia è il contrario delle "necessarie informazioni", è un "buco nero" che annulla e ingurgita tutto. Emblematiche le parole del filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti: "I giovani anticipano i rapporti sessuali ed estinguono il desiderio che, poi, bisogna sostituire con un altro tabù, che è la droga. […] La pornografia è depressiva perché non si ha quello che si vede, la sovrabbondanza delle immagini fa venire la nausea e spegne il desiderio"[5].
La sessualità non è solo corpo, ma corporeità, è una dimensione ultrasensoriale, aspaziale, atemporale in cui ci si innesta, ci si sublima, ci si incontra negli abissi delle emozioni più recondite e ignote, è toccare l'infimo (nel senso letterale e non negativo), l'intus e l'inter dei corpi, oltre i corpi, come nel gruppo marmoreo "Amore e Psiche" di Antonio Canova, è un canale per "esplorare l'universo sconfinato delle passioni umane" (cit.). La pornografia, perciò, non è solo violazione della normativa nazionale (per esempio artt. 600 ter e ss. cod. pen.) e di quella internazionale (tra cui il Protocollo opzionale concernente la vendita, la prostituzione e la pornografia rappresentante bambini del 2000 e ratificato in Italia nel 2002) ma violazione del bello e nei confronti dei bambini è violazione di quanto previsto nel Preambolo della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia: "[…] il fanciullo per il pieno ed armonioso sviluppo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare, in un'atmosfera di felicità, amore e comprensione". E la pornografia è il contrario di pienezza ed armonia. "Armonia", significa disposizione, proporzione, derivante dal greco "armozein", connettere, collegare, a sua volta da una radice ar- che indica unione, disposizione, comune anche ad "arte" e "aritmetica". "Non è solo una concordia emozionale ed intima; non solo un'unità di intenti, un'alleanza; non solo una proporzione raffinata, una disposizione accurata. L'armonia è l'incastro perfetto di travi che assembla uno scafo completo, uno scafo che ha un fine, capace di muoversi in mare" (cit.). La vita è armonia e l'armonia è principio di vita. È essenziale educare al bello, educare a cercare la propria parte migliore e potenziarla, esaltarla ed esternarla muovendosi nel mare della vita.
[1] Dal "RAPPORTO 2019 MOIGE. VENDUTI AI MINORI. Indagine sull'accesso dei minori ad alcol, tabacco, cannabis, azzardo, pornografia e videogiochi 18+", gennaio 2019, p. 192
[2] Dagli atti del Congresso internazionale, presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma dal 3 al 6 ottobre 2017 in "La dignità dei minori nel mondo digitale" su "La Civiltà Cattolica" del 18 novembre/2 dicembre 2017, n. 4018, p. 336
[3] Dagli atti del Congresso internazionale, presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma dal 3 al 6 ottobre 2017 in "La dignità dei minori nel mondo digitale" su "La Civiltà Cattolica" del 18 novembre/2 dicembre 2017, n. 4018, p. 335
[4] F. Belletti in "Educazione sessuale? Oggi la impartisce Internet" del 21-02-2019
[5] U. Galimberti nella Lectio magistralis sull'amore, a Matera il 9 marzo 2019
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