Dovrebbe approdare lunedì in consiglio dei ministri il testo che prevede un assegno unico alle famiglie per incentivare la natalità, con i correttivi apportati dall'esecutivo

di Gabriella Lax - Un assegno unico alle famiglie per incentivare la natalità, recuperando le risorse avanzate dal reddito di cittadinanza. Questo il fulcro del cosiddetto Decreto famiglia che lunedì approderà in consiglio dei ministri. Sul testo però, lanciato dal ministro del lavoro Di Maio, si è registrato lo scontro nell'esecutivo, in quanto non condiviso con il ministro della Lega per la famiglia, Lorenzo Fontana. Da qui l'apporto di alcuni correttivi per la stesura di un testo condiviso tra i membri dell'esecutivo. Sul decreto, inoltre, pesano i rilievi di copertura avanzati dalla Ragioneria generale dello Stato.

Cosa c'è nel decreto famiglia

Assegno unico "per la crescita, il mantenimento e l'educazione della prole" destinato alle famiglie con maggiori difficoltà economiche con Isee fino a 50mila euro annui, grazie a un fondo per la famiglia alimentato dalle risorse derivanti dal fondo per il reddito di cittadinanza.

Il lavoro del vicepremier Di Maio in aiuto alle famiglie comprende anche «il dimezzamento delle rette degli asili nido; sconti sui pannolini, sulla baby sitter; soldi a chi fa figli, con la proposta di dare ai genitori un assegno unico mensile».

Questa la proposta del leader Cinque Stelle, da attuare con un successivo decreto del ministero del lavoro. Il testo, però, non condiviso con il ministro Fontana, è stato oggetto di un nuovo preconsiglio da cui sono emersi alcuni correttivi per approdare alla stesura di un decreto condiviso da tutto l'esecutivo.

Tra le correzioni proposte: l'istituzione del fondo per la famiglia presso la presidenza del consiglio (e non presso il ministero del lavoro) da alimentare anche con le risorse finanziarie avanzate dal riordino degli strumenti di sostegno alle famiglie già esistenti; la maggiorazione dell'importo dell'assegno per ogni figlio disabile (che ha diritto alle agevolazioni della legge 104) e un assegno di natalità riconosciuto dal settimo mese di gravidanza.


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