Vediamo, dunque, cos'è il reddito di cittadinanza e come funziona nel mondo e negli altri paesi europei, in confronto alla misura introdotta nel 2019 in Italia:
- Reddito di cittadinanza: cos'è
- Reddito di cittadinanza: come funziona nel mondo
- Il reddito di cittadinanza in Europa
- Il reddito di cittadinanza in Italia
Reddito di cittadinanza: cos'è
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Il reddito di cittadinanza è uno strumento di sostegno economico per le persone che si trovano in difficoltà. Nella sua versione "pura" viene erogato individualmente per tutta la vita del beneficiario e non è tassato. Per ottenerlo la legge non richiede la partecipazione a programmi d'inserimento sociale o lavorativo e non presuppone controlli preventivi della condizione reddituale del beneficiario.
Nella forma più pura ed estrema consiste in un trasferimento monetario assistenziale e previdenziale unico, tanto che anche la pensione è parte di questo reddito.
Il reddito di cittadinanza si definisce anche "di base" quando viene esteso anche ai non cittadini, in genere residenti regolari da un certo numero di anni.
Reddito di cittadinanza: come funziona nel mondo
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Al di fuori dei confini europei, l'unico paese al mondo che ha istituito il reddito di cittadinanza puro è l'Alaska, che lo eroga nella misura media annua minima di 900 dollari fino a quella massima di 2000. In Kenya la misura è in fase di prova, mentre il Canada lo ha cancellato perché troppo caro.
All'interno dei confini europei, invece, dal 1992, l'Unione Europea raccomanda agli Stati membri d'intervenire per combattere l'emarginazione sociale.
Al momento solo Grecia e Ungheria non hanno misure di sostegno al reddito per contrastare una povertà dilagante. In Finlandia, invece, la misura, in fase di prova, si è conclusa a fine 2018, mentre la Scozia dovrebbe introdurla a breve. Discorso diverso per quanto riguarda gli altri paesi europei, che prevedono diverse forme di aiuto.
Il reddito di cittadinanza in Europa
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In Europa, numerosi Paesi hanno da tempo introdotto forme di reddito minimo garantito al fine di assicurare condizioni di vita dignitose alla maggior parte dei cittadini. Gli strumenti esistenti, ovviamente, cambiano da Paese a Paese e sono concepiti sia per dare sostegno a chi è disoccupato sia per assicurare maggiori risorse a chi, nonostante abbia un lavoro, viva ai limiti della povertà.
Nello specifico:
- Germania
In Germania sono previste tre diverse misure in favore dei cittadini tedeschi, rifugiati politici e stranieri dei paesi Ue che hanno sottoscritto il Social Security agreement: l'aiuto per il sostentamento, l'assegno sociale per i pensionati bisognosi e un sostegno per i disoccupati, cui si accompagnano altresì sussidi per l'affitto e il riscaldamento e indennità per disabili, genitori soli, donne in gravidanza e aiuti per ogni figlio. La durata di queste forme di sostegno è illimitata, ma ogni 6 mesi è previsto un controllo per verificare la permanenza dei requisiti richiesti per l'erogazione. Gli abili al lavoro devono seguire programmi di reinserimento lavorativo e accettare offerte lavorative congrue. Tra le svariate misure di sostegno, c'è l'Arbeitslosengeld II, sussidio mensile destinato a chi cerca un lavoro o ha un salario basso che garantisce intorno ai 400 euro al beneficiario con supplementi se nel nucleo familiare sono presenti figli.
- Danimarca
In Danimarca è adottato il modello dell'assistenza sociale che prevede il riconoscimento a chi ha compiuto 25 anni di 1.325 euro (l'aiuto per l'affitto è a parte) e 1.760 per chi ha figli. Gli abili al lavoro devono cercare un'occupazione e accettare offerte congrue alla loro formazione, in caso contrario il sostegno è sospeso. Il sussidio, chiamato 'kontanthjælp', è tassabile e in caso di assenza dal lavoro senza giustificati motivi è ridotto in base alle ore perse.
- Francia
In Francia al Revenu de Solidarité Active ha diritto chi è residente da più di 5 anni e ha compiuto 25 anni o chi è più giovane purché con un figlio e 2 anni di lavoro curricolare. L'aiuto dura 3 mesi, è rinnovabile e cresce con l'aumentare del numero dei figli. Il beneficiario deve dimostrare di cercare un'occupazione e di partecipare a programmi di formazione. L'importo del beneficio diminuisce con l'aumentare del reddito da lavoro.
- Belgio
In Belgio il sistema riconosce un assegno di reddito pari a 910,52 euro per chi vive da solo, 607,01 euro per chi convive, 1.214,02 euro per le famiglie con bambini. La misura non è sottoposta a limiti di tempo, ma il beneficiario è assistito per tutto il tempo da un assistente e sono previste delle verifiche periodiche circa la sussistenza dei requisiti.
- Olanda
Nei Paesi Bassi, ai singoli viene riconosciuto un contributo mensile massimo di 617 euro, mentre alle famiglie sposate o di fatto con o senza figli 1.234 euro.
- Inghilterra
Nel Regno Unito il reddito minimo è garantito solo previa verifica del reddito dei richiedenti. L'Income Support è previsto per aiutare chi non ha un lavoro full time e vive sotto la soglia di povertà. Se permangono le condizioni di indigenza è illimitato anche se varia in base all'età, alla composizione della famiglia, alla presenza di eventuali disabilità e alle risorse a disposizione dei beneficiari. Per gli iscritti nelle liste di disoccupazione è previsto un aiuto specifico purché il candidato si rechi ogni due settimane in un Jobcenter e dimostri che sta cercando attivamente un impiego. Lo Stato aiuta anche chi deve pagare l'affitto e ha figli.
L'income support parte da 57,90 sterline a settimana e può arrivare sino a 114,85 sterline a settimana.
- Irlanda
In Irlanda c'è il Supplementary Welfare Allowance, i cui importi mensili sono di 800 euro per i single, 1300 euro per le coppie senza figli, 1400 euro per le coppie con un figlio, 1600 euro per le coppie con due figli e 1700 euro per le coppie con tre figli.
Il reddito di cittadinanza in Italia
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In Italia, dopo i primi esperimenti avviati nel 2010 dalla Provincia di Trento e dal Comune di Livorno, il reddito di cittadinanza vero e proprio è stato istituito con legge di bilancio 2019 dal governo giallo-verde e regolamentato dal d.l. n. 4/2019.
Si tratta di un sostegno economico di integrazione dei redditi familiari teso a contrastare la povertà. I beneficiari sono tuttavia obbligati a seguire un percorso personalizzato di inserimento lavorativo e inclusione sociale.
Il beneficio si compone di due parti, la cui somma non può superare i 9.360 euro annui, moltiplicati per la scala di equivalenza e ridotti per il valore del reddito familiare.
In particolare, la prima parte integra il reddito sino a 6.000 euro moltiplicati per la scala di equivalenza.
La seconda parte, invece, è destinata solo a chi è in affitto e prevede un integrazione al reddito di cittadinanza per un importo pari al canone di locazione, sino a massimo 3.360 euro al mese.
Per approfondimenti vai alla guida Il reddito di cittadinanza
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