Dott. Vittorio Corasaniti - La gestione delle relazioni familiari, quando i genitori non sono più una coppia, è quasi sempre molto complicata. E può diventarlo ancor di più se la famiglia è divisa tra due Stati diversi.
Emblematica, in tal senso, è la vicenda oggetto di un'ordinanza spagnola (sotto allegata), che vale la pena raccontare a causa dell'atteggiamento delle autorità giudiziarie che si frappongono nella relazione tra ex coniugi e in quella tra i genitori e i figli, inasprendola.
- La vicenda
- Affido esclusivo alla madre nonostante le denunce di maltrattamenti
- Trattamento sanitario per i minori e sorveglianza a vista a scuola
- Appello del padre per violazione norme internazionali
La vicenda
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Nel procedimento di divorzio contenzioso che si svolge dinanzi al Juzgado de Primera Instancia n. 1 di Denia (Spagna), F. e D., cittadini italiani di 11 e 12 anni, non possono tornare in Italia con il padre italiano, nonostante la loro volontà di vivere nel paese d'origine.
I due minori hanno segnalato a più riprese i costanti maltrattamenti fisici e psicologici subiti tra le mura domestiche ad opera della madre e della nonna materna, senza che le autorità spagnole abbiamo mai raccolto le loro denunce.
Affido esclusivo alla madre nonostante le denunce di maltrattamenti
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Inoltre, con ordinanza n. 13 del 10 gennaio 2019 il giudice spagnolo del Juzgado de Primera Instancia n. 1 del Tribunale di Denia ha attribuito l'affidamento esclusivo alla madre e ordinato che i bambini siano obbligati a frequentare una scuola dove si insegna il valenciano e che vi siano accompagnati dalla polizia, stabilendo, tra l'altro, il divieto di uscita dal territorio spagnolo e l'"incomunicazione" totale con il padre.
Il giudice ha altresì stabilito che i minori potrebbero essere sottoposti a un trattamento psicologico o psichiatrico nel caso in cui i servizi di salute mentale dello Stato ne facessero richiesta.
Trattamento sanitario per i minori e sorveglianza a vista a scuola
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Vista l'ordinanza in parola, le autorità sanitarie dello Stato non si sono fatte attendere, e in data 21 febbraio 2019 l'Unità di Salute Mentale per l'Infanzia e l'Adolescenza ha considerato "necessario un intervento più specifico per aiutare i minori ad avere una volontà e un'opinione propria, apprendere a questionare la loro posizione attuale e ricordare le esperienze positive del passato con la madre, per le quali attualmente sembrano presentare una amnesia selettiva", senza che tale necessità fosse in realtà giustificata da un qualsivoglia supporto scientifico.
Ciononostante, il giudice civile di Denia ha dichiarato con provvedimento del 2 maggio 2019 che le parti avrebbero dovuto adeguarsi a quanto accordato nell'ordinanza 13/2019.
In esecuzione di detta ordinanza, tra l'altro, i minori vengono sorvegliati a vista nell'istituto scolastico che sono obbligati a frequentare, dove i maestri confiscano loro qualsiasi mezzo abbiano a disposizione per comunicare con il padre, consegnandolo ai funzionari dell'assistenza sociale che, a loro volta, lo rimettono alla polizia locale.
Appello del padre per violazione norme internazionali
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Il padre dei minori ha presentato appello alla Audiencia Provincial di Alicante e querela nei confronti del giudice di primo grado, indicando, tra l'altro, la violazione delle norme internazionali sul divieto di trattamenti crudeli, inumani e degradanti, giusto processo e ricorso effettivo.
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