Magari, questa persona ha a che fare con reati piuttosto seri quali, per esempio: rapina, estorsione, furto, lesioni personali e così via.
Le segnalazioni pregiudizievoli
Questa circostanza potrebbe portare l'Amministrazione ad emettere, a tuo carico, un divieto di detenzione delle armi, fondato su segnalazioni dalle quali risulta, appunto, la compagnia con persona gravata da pregiudizi penali e precedenti di polizia; oppure risulta lo stretto vincolo di parentela con soggetto sottoposto a fermo di indiziato di delitto, ad es., per reato di estorsione aggravata.
Problemi seri, non c'è che dire.
Cosa fare
Ora, di fronte ad una situazione come questa, qual è (se c'è) la via di uscita?
Ebbene, lo spunto per imbastire un ricorso con apprezzabili margini di riuscita è certamente quello di mettere in risalto che si tratta di eventi (i controlli con soggetti gravati) non sufficientemente circostanziati, mancando, per esempio, ogni riferimento all'epoca, alla frequenza ed alle situazioni concrete in cui sarebbero stati effettuati tali controlli.
Per dirla in altri termini: se, in linea di principio, gli elementi addotti a sostegno del provvedimento negativo potrebbero, in astratto, giustificare un d.d.a. (divieto detenzione armi), nella realtà l'inesistenza di elementi tali da supportare un giudizio di pericolosità del parente controindicato, oltre alla mancanza di riferimenti concreti relativi ai controlli fanno del provvedimento un atto amministrativo carente nella motivazione e, prima ancora, nell'istruttoria.
Dunque, si impone il ricorso per conseguire l'annullamento del provvedimento impugnato, ossia del divieto detenzione armi.
Altre informazioni?
Avv. Francesco Pandolfi
3286090590
avvfrancesco.pandolfi66@gmail.com