di Valeria Zeppilli - Nei giorni scorsi, le Regioni hanno ricevuto dal Ministero della salute le nuove linee guida che dovranno orientare le attività dei pronto soccorso italiani.
- Pronto soccorso: la riforma dei codici di accesso
- I codici del pronto soccorso
- Le critiche ai nuovi codici: mancano i medici
Pronto soccorso: la riforma dei codici di accesso
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Tra le molteplici novità, anche una riforma dei codici di accesso, con un passaggio dai classici colori a dei nuovi colori abbinati a dei numeri, che individuano il grado di urgenza del trattamento del paziente che ha eseguito l'accesso e, conseguentemente, i tempi di attesa massimi entro il quale lo stesso deve essere visitato.
I codici del pronto soccorso
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In particolare, ecco la nuova codifica della priorità e dei tempi di attesa.
Emergenza
Numero 1: colore rosso - emergenza (interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali) - accesso immediato alle aree di trattamento.
Urgenza
Numero 2: colore arancione - urgenza (rischio di compromissione delle funzioni vitali. Condizione con rischio evolutivo o dolore severo) - accesso alle aree di trattamento entro 15 minuti.
Urgenza differibile
Numero 3: colore azzurro - urgenza differibile (condizione stabile senza rischio evolutivo con sofferenza e ricaduta sullo stato generale che solitamente richiede prestazioni complesse) - accesso alle aree di trattamento entro 60 minuti.
Urgenza minore
Numero 4: colore verde - urgenza minore (condizione stabile senza rischio evolutivo che solitamente richiede prestazioni diagnostico terapeutiche semplici mono-specialistiche) - accesso alle aree di trattamento entro 120 munti.
Non urgenza
Numero 5: colore bianco - non urgenza (problema non urgente o di minima rilevanza clinica) - accesso alle aree di trattamento entro 240 minuti.
Le critiche ai nuovi codici: mancano i medici
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I nuovi codici, però, non sono andati esenti da critiche.
Tra le più dure, vi è quella del presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza, Francesco Rocco Pugliese, per il quale rispettare i tempi di attesa fissati dalle linee guida è impossibile se non si pone rimedio al problema principale: la carenza di medici.
Scettico rispetto ai nuovi codici è anche il Codacons, per il quale gli stessi "di sicuro non risolveranno i problemi".
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