di Valeria Zeppilli - Un paziente su dieci, tra quelli ospedalizzati, va incontro a eventi avversi. Parola dell'Istituto Superiore di Sanità, per il quale proprio tale problematica è alla base della scelta di istituire una giornata sulla sicurezza dei pazienti, celebrata per la prima volta in Italia il 17 settembre 2019.
Le stime dell'OCSE
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Il problema è di rilevanza globale: la decisione di focalizzare l'attenzione sulla sicurezza delle cure, infatti, è dell'OMS ed è subito stata sposata dall'Italia.
Secondo le stime dell'OCSE, il 6% delle giornate di degenza ospedaliera deriva proprio da eventi avversi cagionati da attività ambulatoriale e cure primarie.
E l'OMS rincara la dose: gli eventi avversi di questo tipo rientrano tra le prime 10 cause di morte e disabilità nel mondo.
L'importanza della prevenzione
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Come sottolineato dal presidente dell'ISS nel corso del suo intervento al Ministero della salute, in occasione proprio della prima giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita, sebbene non esistano evidenze che il rischio che si verifichino questi eventi possa essere azzerato del tutto, è comunque possibile che li stessi siano prevenuti in una percentuale stimata attorno al 40-50%. Il presupposto, per raggiungere tale obiettivo, è quello di applicare correttamente le raccomandazioni specifiche che emergono dagli studi scientifici.
Consapevolezza, segnalazione e collaborazione
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Affinché la prevenzione possa funzionare al meglio, poi, è fondamentale che le organizzazioni e i professionisti, ma anche i pazienti, abbiano consapevolezza del rischio che accompagna le diverse pratiche clinico-assistenziali, lo segnalino ogniqualvolta si manifesti e collaborino e adottino tutte le misure necessarie per prevenirlo.
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