di Annamaria Villafrate: sembra impossibile giungere a un accordo per far uscire definitivamente la Gran Bretagna dall'unione Europea. Dopo l'intesa raggiunta qualche giorno fa infatti i premier del Galles, Mark Drakeford, e della Scozia, Nicola Sturgeon scrivono al premier Johnson per segnalare la loro insoddisfazione sul contenuto, che definiscono dannoso, al pari dei precedenti. Fanno presente inoltre che la data del 31 ottobre è troppo vicina per fare un'analisi profonda del testo. Il no al voto definitivo sull'accordo viene anche da John Bercow, speaker della Camera bassa del Parlamento britannico.
Ma vediamo quali sono i punti focali dell'accordo raggiunto tra Unione Europea e Gran Bretagna:
- Periodo di transizione
- Addio backstop
- Regime Iva
- Obblighi finanziari
- Libertà di movimento
- Libero scambio
- Dogane
- Libertà di parola per l'Irlanda del Nord
Periodo di transizione
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Confermato il periodo di transizione fino alla fine del 2020, che potrà essere prorogato di altri due anni durante il quale Regno Unito e UE devono negoziare le loro relazioni future. Il Regno Unito sarà fuori dalle istituzioni UE anche se dovrà continuare a contribuire al bilancio dell'Unione.
Addio backstop
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Sparisce dal testo il "backstop". Con l'accordo l'Irlanda del Nord resta nel territorio doganale britannico, non europeo, anche se dovrà attenersi ad alcune regole europee come quelle fitosanitarie, agroalimentari e sugli aiuti di Stato. Nel momento in cui entreranno da Paesi terzi dei prodotti, se questi resteranno nel Regno Unito si applicherà il diritto doganale britannico, se invece faranno ingresso nell'Unione Europea le autorità britanniche dovranno applicare le regole del diritto doganale europeo e occuparsi dei controlli.
Regime Iva
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L'Irlanda del Nord continuerà ad essere assoggettata al regime britannico ma, al fine di proteggere il mercato unico, sulle merci si continueranno ad applicare le regole dell'Unione Europea, così come resteranno in vigore le esenzioni e i tassi ridotti applicati in Irlanda. Alla dogana britannica il compito di applicare e riscuotere l'Iva.
Obblighi finanziari
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Prima dell'uscita dall'UE il Regno Unito deve adempiere gli obblighi finanziari pendenti, rappresentata per la maggior parte dai contributi ai bilanci 2019 e 2020.
Libertà di movimento
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I cittadini britannici nei paesi UE e i cittadini europei presenti nel Regno Unito, potranno spostarsi liberamente, perché durante il periodo di transizione restano in vigore le norme che disciplinano la libertà di movimento.
Libero scambio
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Il Regno Unito continuerà a far parte dell'unione doganale e del mercato unico durante tutto il periodo di transizione, cioè fino al 2022 al massimo. Nel frattempo le parti negozieranno un accordo per scambi "senza dazi né quote". Bruxelles però ha chiesto che Londra giochi pulito, senza mettere in atto politiche di concorrenza sleale in materia sociale, fiscale e ambientale.
Dogane
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Il Regno Unito concluso il periodo di transizione sarà fuori dall'Unione doganale. Tra l'Irlanda del nord e la Repubblica d'Irlanda verrà creato un confine doganale legale, che di fatto sarò posto tra Gran Bretagna e isola d'Irlanda, con controlli sulle merci nei 'punti di ingresso' all'Irlanda del nord. Sui beni in arrivo in Irlanda del Nord, dalla Gran Bretagna non verranno applicate tariffe doganali automatiche, a eccezione di quelli che dovranno fare ingresso nella Repubblica d'Irlanda, che resterà nell'Unione doganale. In sostanza sui prodotti destinati all'Irlanda del Nord dovranno applicarsi i dazi del Regno Unito, mentre su quelli in entrata nella Repubblica d'Irlanda verranno applicati quelli europei.
Libertà di parola per l'Irlanda del Nord
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L'Assemblea del Nord dell'Irlanda, non prima del gennaio 2015, potrà pronunciarsi sulla parte dell'accordo che stabilisce uno status particolare del territorio. Qualora l'assemblea dovesse esprimersi in senso contrario, le norme cesseranno di avere effetto due anni dopo. In caso di voto favorevole a maggioranza semplice, le norme invece resteranno in vigore per altri quattro anni, oppure otto o fino a quando non verrà raggiunto un nuovo accordo in caso di 'cross-community vote', la votazione che esige la maggioranza di unionisti e nazionalisti.
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